Lazio, lo speaker Celletti: "Io laziale per mio nonno e Signori. Gabbo nel mio debutto da vocalist"
Fonte: Elena Bravetti - Lalaziosiamonoi.it
Il 2020 è stato un anno da dimenticare, ma non per tutti. Ad alcuni, i giorni che abbiamo da poco messo alle spalle, vissuti in piena pandemia da Covid-19, hanno regalato nuove opportunità. È il caso di Riccardo Celletti, diventato lo scorso ottobre lo speaker della Lazio. La realizzazione di un sogno per il vocalist romano, da sempre tifoso biancoceleste. Lui stesso, intervenuto ai nostri microfoni, ci ha raccontato da dov'è nata la fede per il club capitolino: "Da quando ero piccolo. Mio nonno era tifoso della Lazio. Il giocatore che mi ha fatto innamorare di questa squadra è stato Beppe Signori, ma ho stimato campioni come Nesta e Mancini. Mio zio lavorava alle Ferrovie dello Stato, mi diceva quando i giocatori partivano per le trasferte e io andavo lì per farmi fare gli autografi. Nasco da una famiglia romanista, mi sono sempre visto i derby circondato da giallorossi. Quando non abbiamo vinto il derby per cinque anni è stato veramente difficile. Poi sono iniziati gli anni della Curva con i miei amici".
"UN'ESPERIENZA UNICA" - Fondamentale, nella "trasformazione" di Riccardo Celletti in speaker ufficiale della Lazio, l'amicizia con Andrea Casta, il violinista che, prima di ogni partita casalinga, regala ai presenti un meraviglioso spettacolo musicale: "Tutto è nato grazie al mio amico Andrea Casta, il violinista che suona prima delle partite. Noi ci siamo conosciuti in Sardegna, arrivo dal mondo delle discoteche. Lui ha iniziato a lavorare per la Lazio dalla partita contro l'Inter. Era sempre stato un mio sogno e, parlando con lui, avevo capito ci fosse la possibilità che a settembre si potesse liberare quel posto. Alla fine mi hanno preso in considerazione, mi hanno fatto fare una prova e ora siamo qui. Da tifoso è un sogno che si è realizzato. Come andrà andrà, sarà comunque un'esperienza unica".
L'EMOZIONE DEL DEBUTTO - Il suo percorso da "voce dell'Olimpico" è iniziato con due vittorie, quella contro il Bologna in Serie A e contro lo Zenit in Champions League. Un turbinio di emozioni per lo speaker, raccontate nel corso dell'intervista: "L'emozione della prima partita è stata impressionante. Da anni di live con tante persone davanti, non mi era mai tremata la mano mentre tenevo il microfono. Immobile e Luis Alberto mi hanno regalato i gol, quindi ho potuto fare gli annunci. È stata la ciliegina sulla torta. Contro lo Zenit mi sentivo anche io un po' calciatore. Non è stato facile nominare i nomi dei calciatori russi (ride, ndr). Pensavo che sarebbe stata l'ultima in Champions, nessuno avrebbe pensato la Lazio passasse il turno. E invece adesso c'è il Bayern, sarà una prova decisiva".
UN OLIMPICO VUOTO - Riccardo sta vivendo il suo sogno in una situazione surreale, considerando l'assenza di tifosi allo stadio a causa della pandemia: "Sto vivendo questo sogno in una situazione un po' surreale. Già solamente l'idea di vivere un derby con 50 mila persone mi fa venire i brividi. Per un tifoso di questa città, fare lo speaker in un derby a bordo campo con l'Olimpico pieno - immagina non ci fosse stato il Covid - è davvero tanta roba. A quel punto potrei anche morire (ride, ndr). Mi sarebbe tanto piaciuto fare la stracittadina del 26 maggio ma soprattutto quella di Paolo Di Canio. Avrei smesso di lavorare il giorno dopo (ride, ndr). Come cambierebbe il mio lavoro con il pubblico? È tutto da vedere, da studiare. L'idea era quella di interagire il più possibile con gli spettatori. Quando sarà pieno, magari cercare di cambiare le frasi, scaldare un po' i tifosi, cercare di essere meno istituzionale possibile. Conoscendomi, mi troverò molto più a mio agio. Do il massimo quando ho davanti delle persone".
LA LAZIO E GABRIELE SANDRI - Tra gli amici del vocalist una persona cara al popolo laziale. Si tratta di Gabriele Sandri, tifoso biancoceleste che perse la vita nel novembre 2007 mentre era in viaggio per seguire la squadra a San Siro: "Con Gabriele Sandri ho avuto l'onore di fare la mia prima serata in discoteca. Avevo 17 anni e lui era già un deejay affermato. Io presi il microfono e lui stava in console. Ero piccolo rispetto a lui, non sono andato allo stadio o ho fatto qualche trasferta insieme a lui. Conosco tutti i suoi amici, è tutta gente che frequenta i locali". Infine, un pensiero sulla Lazio di oggi e sulla stagione della squadra di Inzaghi: "Una squadra sicuramente con grandi qualità, ci sono giocatori fortissimi, altri sono un po' più indietro. Il calendario è soffocante, non può reggere tutte queste gare ravvicinate. Guarda anche con il Milan, abbiamo fatto una partita bellissima, appena hanno fatto il 2-0 sapevo che l'avremmo recuperata. Purtroppo poi è arrivato quel gol, che prendi a livello mentale. Una squadra che, se avesse qualche competizione in meno, in Champions potrebbe arrivarci di nuovo, se la potrebbe giocare. Ma per come stanno adesso le cose la Lazio cercherà di tener fronte a tutte le competizioni fino all'ultimo, e alla fine qualche pezzo lo perderà per strada".
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