Lazio, la rivincita di Caicedo: nascita di un talismano
Fonte: Francesco Mattogno - Lalaziosiamonoi.it
Movimento tra le linee, controllo leggermente difettoso che lo porta in posizione defilata ma poi staffilata precisa sul palo interno. A Felipe Caicedo le cose facili non sono mai piaciute e per questo ha dovuto pagare dazio. Perché il suo errore grossolano a Crotone, forse l'unico di un'intera stagione, ha pesato come un macigno a leggere quella classifica beffarda conclusa con Lazio e Inter a pari punti. Caicedo ha dovuto rifare tutto. Perché Roma non perdona né offre tanto alla leggera seconde possibilità.
ERRORI – Il finale della storia sembrava scontato: Caicedo passava l'estate con la valigia in mano e la Lazio, invece, alla ricerca di un vice-Immobile. Un ruolo pesante da offrire, figuriamoci da accettare per chiunque non sia disposto a vivere all'ombra di un bomber tanto grande. Ma è qui che la trama cambia e che per l'ecuadoriano le cose si fanno interessanti. Caicedo ha passato un'intera stagione in un ruolo troppo comodo. Troppo facile. Felipe si è adagiato nella sua parte di ultima scelta sobbarcandosi l'onere di dare il cambio a Immobile senza colpo ferire. Come se l'ambizione di uscire dall'ombra del grande attaccante non fosse cosa per lui. Nel frattempo che Ciro diventava capocannoniere, il numero 20 non era niente di più che la riserva da inserire a risultato acquisito, la punta da turnover con poche aspettative sulle spalle.
RIPARTIRE DA MENO DI ZERO - L'infortunio di Immobile a Torino è il punto zero. Per forza di cose la palla è passata a Caicedo, per la prima volta in stagione l'ecuadoriano è stato responsabilizzato e, due gare dopo, in quel di Crotone era già crollato. Ripartire da meno zero ha significato disfare quella valigia già pronta e superare l'ostilità e le etichette di un ambiente dubbioso. Questa volta è Luis Alberto a consegnarli una seconda possibilità, lo spagnolo stenta e Caicedo contro il Genoa parte da titolare per la prima volta in campionato: l'1-0 porta la sua firma, la Lazio vince e l'ecuadoriano esce tra gli applausi dell'Olimpico. È l'inizio di qualcosa e ora Inzaghi gli dà fiducia con più regolarità, da riserva in ombra a titolare in coppia con Ciro Immobile. La storia di Felipe Caicedo in biancoceleste si è completamente ribaltata.
LA COSA PIÙ DIFFICILE – L'ultimo graffio del 2018 Caicedo lo dà al Marsiglia, siglando il raddoppio in una delle partite più belle dell'intera stagione. Poi l'anno nuovo arriva come a conferma di un cambiamento. La squadra è decimata dagli infortuni e Felipe risponde presente: Frosinone, Empoli, Roma e infine Udinese. Caicedo segna in ognuna di queste occasioni il gol che apre la partita - così com'era successo contro il Genoa - e la Lazio per statistica le vince tutte. Un dato che lo erge a vero e proprio talismano della rosa di Inzaghi. L'ecuadoriano è rinato nelle difficoltà e adesso è in grado di portare sulle proprie spalle il peso della Champions League. L'ha fatto a modo suo, segnando gol pesanti quando la Lazio ne aveva più bisogno, diventando inoltre fondamentale a livello tattico. Oggi la Pantera è una pedina in grado di cambiare le partite, di creare gioco e di lavorare in sinergia non solo con le punte ma con il resto dei giocatori offensivi. Quasi un regista più che una boa. Da alternativa respinta a molto più che un semplice portafortuna: Caicedo si è ripreso la Lazio e l'ha fatto nel modo più complicato possibile. D'altronde, come dimostra il gol segnato contro l'Udinese, le cose facili non fanno per lui.
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