Lazio, finisce l'era Parolo: il working class hero che ha segnato la storia
Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it
Un working class hero saggio, capace di usare le parole giuste al momento giusto, di dosare silenzi e consigli, supporto e rimproveri. Marco Parolo lascia la Lazio, almeno da calciatore, per il resto si vedrà. Lascia quella maglia dopo sette anni, 263 presenze e 39 gol. Era arrivato nel 2014, per dare nuovo respiro a una squadra reduce da un anno difficile, si impose subito, diventando presto uno dei giocatori più importanti e più amati. Un working class hero, dicevamo. Parolo è partito dal basso, la sua scalata è veramente cominciata dalla base, dalla C con il Como, fino ad arrivare in Serie A, in Champions, a sollevare tre trofei e alla Nazionale. Parolo è stato un uomo spogliatoio, uno al quale appoggiarsi sempre, quercia secolare che non si piega nemmeno quando il vento sferza con tutte le sue forze. Capitano ombra, collante, diplomatico, capace di tenere le fila del gruppo, di mediare e offrire sempre una soluzione, quasi un nume tutelare a Formello. Ma Parolo è stato anche, se non soprattutto, un centrocampista forte, di valore. Lo dicono i numeri della sua carriera, lo dice la capacità di migliorarsi col tempo, di dare sempre tutto se stesso alla causa alla quale s’era votato. Centrocampista d’inserimento, mezzala capace di abbinare le due fasi senza mai lasciare per strada la qualità. L’avevano soprannominato “Gerrardino” proprio perché lo trovavi ovunque, in ogni zona di campo, pronto ad aiutare il compagno e poi a buttarsi dentro o a calciare dalla distanza. Marco Parolo dice addio, o forse arrivederci, questo lo scopriremo nei prossimi giorni. Finisce però la sua era da calciatore della Lazio. Sì, un’era perché Parolo ha segnato il tempo, ha tracciato un solco, ha lasciato la sua impronta nella storia del più antico club della città di Roma.
Pubblicato 01/07