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ESCLUSIVA - Siviglia: "Il ritiro non è una punizione, serve chiarezza! Chi non si sente coinvolto..."

di Davide Capogrossi
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it

Quando l'arbitro Celi di Bari ha indicato il dischetto del rigore non c'è stata alcuna reazione. Stefano Pioli si dichiara soddisfatto della determinazione dei suoi ragazzi, capaci di pareggiare il vantaggio iniziale del palermitano Goldaniga. Quei volti, apatici e disinteressati, anche dopo il volo in area di rigore di Lulic, parlano d'altro. Di una squadra che ha perso motivazioni, stimoli, tendenzialmente depressa. Le note disquisizioni sul centrale difensivo da acquistare o sugli interpreti da utilizzare lasciano il tempo che trovano e il mister, salvatore della patria lo scorso anni con un calcio moderno e spettacolare, rischia di pagare per tutti. Il presidente Lotito ha sentenziato: si va in ritiro, come dopo il ko con il Napoli. Allora la squadra vinse tre partite e ripiombò nel baratro. Stavolta serve qualcosa di diverso, una cura duratura. Un chiarimento definitivo dei problemi e delle necessità del gruppo, prima che dei singoli. Sebastiano Siviglia ha vissuto un importante ritiro con la maglia biancoceleste, sotto la gestione Delio Rossi. La squadra si ritrovò in quel di Norcia dopo tre sconfitte consecutive. Il risultato? Un successo netto per 4-2 al derby, la Coppa Italia vinta ai rigori contro la Sampdoria per concludere l'opera. La redazione di lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva proprio Sebastiano Siviglia, per un paragone tra quella situazione e i problemi della Lazio attuale.

La dirigenza biancoceleste ha ordinato nuovamente il ritiro, il secondo stagionale dopo quello successivo al tonfo di Napoli. "Il ritiro serve per ritrovarsi, guardarsi negli occhi e cercare di risolvere le problematiche, penso che la società abbia effettuato questa scelta in tal senso. Inteso come una punizione non serve a nulla, la squadra ha bisogno di un aiuto in questo momento. Bisogna parlare chiaramente e cercare di risolvere le problematiche interne, che sono evidenti, come visto nelle ultime prestazioni. Ci si aspettava una buona reazione dei ragazzi, invece hanno subito la voglia e la determinazione del Palermo".

Lei ha vissuto una situazione simile prima del derby dell'aprile 2009. La Lazio andò in ritiro a Norcia dopo tre sconfitte in serie e vinse la stracittadina per 4-2. Trova delle analogie? "Non so se ci sono analogie. SI va in ritiro per fare la quadra, se non ci si ritrova insieme per una soluzione al problema serve a ben poco, si pressano ulteriormente i giocatori. Son convinto che oggi più che mai ci sia bisogno di chiarezza...".

Contro il Palermo possiamo parlare di punto d'oro. "Bisogna essere sinceri e ammettere che la partita si era messa maluccio. Il Palermo ha avuto 2-3 occasioni nitide per raddoppiare, Marchetti è riuscito ad opporsi molto bene. La Lazio ha avuto poche opportunità per ribaltare la pratica, bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno. La Lazio ha un potenziale importante, contro il Palermo mi aspettavo una reazione cattiva, con un'altra determinazione. Invece sono stati evidenziati mugugni e situazioni di gioco che non filano per il verso giusto".

Candreva e Parolo hanno alzato la voce nel post-partita, durante l'incontro c'è stata anche una discussione tra Cataldi e il vice Murelli in panchina. Non le sembra che Pioli stia perdendo il controllo del gruppo? "È giusto che i giocatori facciano i giocatori, che provvedano ad andare in campo per svolgere il proprio compito. L'allenatore ha il suo ruolo, è importante che le parti si chiariscano. Stare lì a recriminare e a scaricarsi le colpe l'un l'altro non è la direzione giusta. Bisogna mettersi davanti allo specchio e assumersi le proprie responsabilità. Si esce tutti insieme da questo problema, non individualmente nè criticando. Se c'è qualcosa da dire bisogna farlo all'interno dello spogliatoio, i panni sporchi si lavano in casa".

Secondo la sua logica dunque intervenire sul mercato o cambiare allenatore non risolverebbe il problema. "Qualcosa manca in qualche reparto per via degli infortuni, parliamo della difesa. Metter qualcuno lì è utile, allo stesso tempo cambiare Pioli sarebbe inopportuno. Ha fatto un gran lavoro finora, bisogna risolvere altri tipi di problematiche. La serenità arriva quando tutti fanno il proprio lavoro senza interferire, con coscienza. Bisogna tirarsi su le maniche, lavorare con professionalità, dare priorità agli obiettivi della Lazio: riacquistare quella serenità che ha fatto sì che la Lazio facesse un grandissimo campionato lo scorso anno".

Possiamo parlare di stagione compromessa al 23 di novembre? "Non è compromessa nel modo più assoluto, serve ottimismo. I problemi ci sono e possono essere risolti. Questa squadra ci ha fatto vedere grandissime partite lo scorso anno. Chi non si sente coinvolto è giusto che faccia delle scelte. È importante ritrovare una certa serenità, una gioia nel fare il proprio lavoro".


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