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ESCLUSIVA - Pedrazzini (ex vice Stella Rossa): "Djordjevic aveva già qualità, Basta non voleva mai smettere di allenarsi!"

di Davide Capogrossi
Fonte: Davide Capogrossi- Lalaziosiamonoi.it

La fuga di cervelli. La crisi che sta attraversando l'Italia si riflette anche nel gioco del calcio e tanti grandi esponenti della palla rotonda emigrano all'estero. Dal Galactico Carlo Ancelotti al Lippi versione asiatica. Immobile alla corte di Klopp e Balotelli dalla Regina. Condizioni vantaggiose, esperienze stimolanti. Ma guardando il bicchiere mezzo pieno, urge una riflessione: vista la grande richiesta di compaesani, possiamo ancora affermare che nel calcio... Italians do it better. La Steaua Bucarest, club principe del calcio rumeno, nel 2013 si è affidata a Massimo Pedrazzini (già allenatore per tre stagioni) come direttore tecnico del settore giovanile. E pensare che i nostri vivai sono in apnea. Pedrazzini dopo una lunga trafila in settori giovanili importanti - Milan e Inter su tutti - ha seguito Walter Zenga nella maggior parte delle sue esperienze in panchina. Nella stagione 2005/06 i due sono transitati da Belgrado, sponda Stella Rossa, centrando la doppietta campionato-coppa nazionale. In quel gruppo spiccava la classe e il dinamismo di Dusan Basta, mentre nella squadra riserve si faceva largo un certo Filip Djordjevic, notato ben presto da Zenga e il suo vice. La redazione di lalaziosiamonoi.it ha intervistato in esclusiva Massimo Pedrazzini, tra considerazioni sulla Lazio attuale ed aneddoti sui due gioiellini serbi approdati nella Capitale in estate.

Pioli ha trovato la ricetta giusta per la sua Lazio. E' sorpreso? "Conosco molto bene l'allenatore perchè abbiamo fatto assieme il Corso Master a Coverciano. Ho un ottimo ricordo di Stefano Pioli, è una persona che già allora mostrava grandi possibilità e prospettive di raggiungere il successo. Sono felice che sia arrivato in un club prestigioso dove abbia la possibilità di pianificare il suo lavoro".

Stasera farà visita ad un Verona reduce dal pesante ko contro il Napoli. Quali sono le principali insidie? "Come tutte le bestie feroci che sono state ferite si teme una reazione, bisogna stare attenti. E' chiaro che da parte del Verona ci si attende una reazione che possa escludere un clamoroso insuccesso come quello di Napoli. E' una squadra che in casa ha avuto un percorso abbastanza buono, conosco benissimo Mandorlini ed è un gran motivatore oltre che un buon tecnico. E' una partita da giocare con molta attenzione, ma credo che la Lazio abbia i numeri sufficienti per poter portare a casa un risultato positivo".

Una sfida al gusto di 4-3-3. Dobbiamo attenderci tante reti? "Ho visto che il Verona indipendentemente dal modulo tattico gioca sempre a viso aperto. Credo che sia una partita da giocare sfruttando le qualità tecniche in proprio possesso".

Uno dei protagonisti di questa Lazio è quel Filip Djordjevic che lei e Walter Zenga avete allevato alla Stella Rossa. "Me l'aspettavo perchè è un ragazzo di grandi qualità. Allora lui giocava nella seconda squadra, l'attuale Primavera. Mi ricordo che io e Walter (Zenga, ndr) lo visionavamo spesso, giocavano in un campo vicino al nostro stadio. Si erano messi in evidenza lui ed altri due ragazzi. Uno era Tomovic, ora alla Fiorentina (e miglior amico di Djordjevic, ndr) e l'altro era Vukovic che andò al Psv. Djordjevic ci aiutò in una gara di Coppa di Serbia facendo gol negli ultimi minuti, è un ragazzo che già allora aveva qualità per emergere e sono contento che dopo il periodo in Francia sia approdato in Italia in una squadra al top".

In quella squadra una della stelle affermate era Dusan Basta, anche lui alla Lazio. "Con Dusan ho avuto un rapporto straordinario, essendo entrambi biondi dicevano scherzosamente che era mio figlio (ride, ndr). Era un ragazzo di una simpatia estrema e con qualità calcistiche di tutto rispetto. Dovevamo fermarlo noi a fine allenamento mandandolo sotto la doccia perchè lui voleva sempre far di più, aveva questa grande voglia di arrivare il più in alto possibile. Approdò in Italia in una squadra ideale come l'Udinese, anche se all'epoca c'era il Milan che lo stava seguendo ma non lo ritenne pronto per giocare da subito con loro. All'Udinese ha avuto la possibilità di crescere e maturare e oggi si conferma uno dei laterali più importanti del nostro campionato".

E' vero che fu proprio Zenga a reinventarlo sulla fascia? "Inizialmente era uno dei due centrali di centrocampo, ma aveva questa grande propulsione offensiva ed una resistenza importante. Noi quell'anno trovammo l'equilibrio con Basta a destra e Lukovic a sinistra, praticamente due ali, con Jankovic del Verona da un lato ed un altro ragazzo di qualità dall'altro. Giocavamo con quattro attaccanti laterali".

Si è parlato spesso di Zenga alla Lazio, siete mai stati vicini alla panchina biancoceleste? "E' tutto vero, era la stagione 2009/10. Io ero allo Steaua, Zenga era al Catania. Mi chiamò dicendo che c'era la possibilità di lavorare insieme alla Lazio, lui era in contatto con Lotito. Poi all'ultimo momento si mise di mezzo il Palermo, con un'offerta probabilmente più vantaggiosa dal punto di vista economico. C'è stato veramente qualcosa di concreto con la Lazio. Zenga aveva già avuto una discussione con Lotito, erano più o meno d'accordo".

 

 


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