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ESCLUSIVA - Jugovic: "Che meraviglia la Lazio e i suoi tifosi. Nel cuore i derby vinti e... Peruzzi!"

di Francesco Tringali
Fonte: Francesco Tringali - Lalaziosiamonoi.it

Lo slavo con gli occhi di ghiaccio e un mezzo sorriso che guarda truce negli occhi Van der Sar. Perché non è semplice retorica quando si ammette che il calcio non premia solo in base al talento. C'è di più. Fattori e destino nella story-line di un calciatore sono quasi tutto. Vladimir Jugovic quella notte di Champions, davanti a Van der Sar sul dischetto che avrebbe deciso la finale della Juventus, c'è finito anche per destino. Quello che pochi mesi dopo lo avrebbe accompagnato alla Lazio. Una squadra in costruzione: Cragnotti mette mano al portafogli, Mancini, Almeyda, Boksic, una Lazio work in progress poco prima di toccare il tetto d'Europa. Quello che Jugovic aveva già raggiunto. Ribadendo in rete quel rigore consegnatogli dal buon vecchio destino. E oggi ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it racconta gli anni in biancoceleste e le sensazioni che suscitano ancora oggi.

"CHE LAZIO, CHE TIFOSI!" - "La prima cosa che mi viene in mente pensando alla Lazio sono i quattro derby vinti contro la Roma. Non mi aspettavo una simile accoglienza dai laziali, mi dispiace addirittura essere rimasto soltanto un anno. È stato bellissimo, ricordo il calore dei tifosi. Porto ancora questa squadra dentro. La mia era una Lazio in costruzione, non eravamo al completo per affrontare le tre competizioni. Quella che è venuta dopo è stata una squadra fortissima. Alla fine si è sentita la stanchezza in quel mio unico anno. Abbiamo vinto la Coppa Italia, purtroppo perso la Coppa Uefa a Parigi contro l'Inter, avevamo bisogno di maggiori risorse per vincere di più".

BRAVO INZAGHI, TALENTO MILINKOVIC - "Il quarto posto per la Lazio è una posizione importante, ci sono giocatori con qualità ed esperienza. Tanti prospetti ottimi, sono contento per i miei connazionali. Milinkovic, Basta, Djordjevic, io che sono stato uno dei primi serbi alla Lazio e sono orgoglioso di loro. Conosco Sergej da molto tempo, ho imparato a conoscerlo da quando ha vinto l’Europeo con la Nazionale serba. Tecnicamente è molto dotato, quello che ha fatto vedere è sotto gli occhi di tutti. In Serbia si discute molto sulla sua convocazione in nazionale maggiore, ma io dico di lasciarlo crescere e di lasciare scegliere il ct quando sarà il suo momento”.

PERUZZI - Quella Champions nel '96 la Juventus non l'ha vinta solo grazie al rigore decisivo di Jugovic. Quel giorno, poco prima, un certo Angelo Peruzzi para il rigore di Siloy. Il serbo ancora si emoziona pensando al suo ex compagno, oggi club manager della Lazio: "Angelo è un grandissimo, una persona eccellente, è un grande uomo e professionista. Può fare solo che bene alla Lazio, ci siamo visti alla partita dei veterani un paio di anni fa. È una persona con dei valori, è un uomo serio, campione in campo e nella vita". 

COPPA ITALIA - Doppio ex, sempre il destino gli metterà contro i due suoi più grandi amori in finale di Coppa Italia: "Sarà una partita importante per entrambe le squadre, ma soprattutto per la Lazio. Vorranno mostrare il loro valore contro una finalista di Champions, ci sono tanti campioni e può succedere di tutto. Ci vuole la misura giusta e questa è una prova per capire il vero talento dei giocatori. Un mio ritorno alla Lazio? Non ci ho mai pensato, non hanno bisogno di me (ride, ndr). Per qualsiasi consiglio io sono a loro disposizione”.

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