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ESCLUSIVA - I gemelli Filippini: "Lazio, il Palermo avrà il coltello fra i denti. Il derby? Gara da tripla"

di Claudio Cianci
Fonte: Claudio Cianci-Lalaziosiamonoi.it

Una stagione con la divisa della Lazio addosso, giusto il tempo di gustarsi il derby con Di Canio ed innamorarsi della tifoseria biancoceleste. Ma quell'anno hanno corso tanto, tantissimo. Grinta e cattiveria. Tenacia e voglia di non mollare. Questi erano Emanuele ed Antonio Filippini ai tempi della Lazio. l gemelli, però, hanno giocato anche con il Palermo, prossimo avversario del gruppo guidato da Inzaghi. E per presentare la prossima sfida che vedrà contrapposti i romani e i siciliani la redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva proprio Emanuele ed Antonio Filippini in qualità di doppi ex.

Un giudizio su questo prossimo Palermo-Lazio?

A. FILIPPINI - "L'aspetto mentale deve scattare nel Palermo, deve trovare sotto questo punto di vista la chiave per interrompere questo momento negativo. Affronterà la Lazio con il coltello fra i denti ma incontrerà una formazione gasata che non sottovaluterà la partita. I biancocelesti stanno facendo molto bene e sono abituati a fare gare di un certo tipo. Mai dire mai, è una gara da prendere con le molle: il Palermo viene da sei sconfitte consecutive, la Lazio troverà un ambiente e una squadra difficile. Può vincere, ma anche un pareggio potrebbe andare bene per continuare la striscia di risultati utili".

E. FILIPPINI - "Sarà una partita aperta a tutti i risultati. Sono due squadre che segnano e prendono gol. A livello mentale sta meglio la Lazio, il Palermo deve conquistare punti per la salvezza. La squadra di De Zerbi crea bel gioco ma non raccoglie punti. Ripeto, sarà una partita aperta a qualsiasi risultato".

Avete vissuto Simone Inzaghi come calciatore... Un aneddoto che ricordate e se lo immaginavate un tecnico così?

A. FILIPPINI - "Abbiamo giocato cinque mesi insieme. Ricordo la prima giornata di campionato, quando contro la Sampdoria doveva battere lui il rigore invece Di Canio gli ha rubato il pallone e lo ha calciato (12 settembre 2004, ndr). Questo ti fa capire tanto di quella squadra, c'erano forti personalità in quello spogliatoio. Quando giocavamo insieme pensava a scendere in campo e a fare gol. Non credevo potesse diventare un tecnico: ma gli anni nel settore giovanile della Lazio lo hanno fatto crescere; è stato bravissimo e si è fatto trovare pronto ed ora sta sfruttando la sua occasione nel modo migliore possibile".

E. FILIPPINI -  "Ricordo che Inzaghi era un ottimo giocatore, purtroppo quell'anno ebbe molti guai fisici alla schiena. Rammento una persona solare e simpatica: non pensavo fosse così bravo ad allenare. Non abbiamo mai parlato di schemi o di calcio o di quello che voleva fare nel futuro mentre ero a Roma. Di queste cose parli con i centrocampisti oppure i difensori, difficilmente le punte. Allenatori che hanno giocato come attaccanti ce ne sono pochi in giro. Sono comunque contento per lui".

La Lazio può puntare alla Champions?

A. FILIPPINI - "Sicuramente rispetto agli altri anni il gap fra la Lazio e il Napoli è diminuito. I biancocelesti sono cresciuti molto, mentre i partenopei hanno perso dei punti di forza con l'addio di Higuain e l'infortunio di Milik per cui si possono giocare questo terzo posto".

E. FILIPPINI -"Secondo me in questo momento se azzecca qualche risultato importante sì. Non ha nulla da perdere e può ambire ad un posto in Champions. Anche se Roma e Napoli sono più attrezzate, la Lazio può dire la sua".

Biglia, de Vrij e Keita: tutti e tre devono rinnovare. La Lazio secondo te a chi deve dare la priorità?

A. FILIPPINI - "Biglia è il calciatore che negli ultimi ha fatto la differenza ed è importante per Inzaghi. Si tratta del primo calciatore che la Lazio deve blindare, perché ha tante richieste. Anche gli altri due stanno facendo un ottimo campionato e farli rinnovare significherebbe aprire un grande progetto".

E. FILIPPINI - "Biglia ha priorità: è un calciatore carismatico ed importante. Sono tutti e tre elementi importanti e spero che la Lazio li tenga e che loro rimangano". 

Avete  giocato il famoso derby di Di Canio (6 gennaio 2005,ndr). Cosa ricordate di quella partita e che sfida sarà quella con la Roma del prossimo 4 dicembre?

A. FILIPPINI - "Quel derby d'andata venivamo da un periodo pesante: avevamo cambiato l'allenatore ed avevamo Papadopulo come tecnico, che era subentrato a Mimmo Caso. Venivamo da un periodo di difficoltà: prima della partita avevamo tanti giocatori fuori. Ma abbiamo fatto un grande derby, ci siamo caricati a vicenda e la Roma ci aveva sottovalutato. Il derby è una partita particolare, aperta a qualsiasi risultato, Lazio e Roma stanno facendo un grandissimo campionato. Sarà una gara da tripla".

E. FILIPPINI - "Il derby che ho vissuto lo ricordo con affetto e calore. La squadra era rimaneggia e la Roma era più forte di noi. Io ho giocato terzino sinistro, Giannichedda centrale difensivo. Sulla carta dovevamo perdere, invece l'abbiamo vinta con merito. Ricordo l'esultanza di Di Canio sotto la curva. Ci poteva stare, lui è romano e laziale. Così come ci poteva stare la maglietta di Totti con scritto 'Vi ho purgato ancora'. Il bello di Roma è anche questo, l'importante è sempre il rispetto. Per quel che riguarda la sfida del 4 dicembre bisognerà vedere come arrivano entrambe al derby. Il derby è come una finale di Champions League, una sfida a sé. Una squadra può prevalere ma un singolo episodio può cambiare l'inerzia della gara. Rimane comunque difficile da pronosticare. Chiaramente si tifa Lazio (ride,ndr)". 

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