ESCLUSIVA - Gregucci: "Lazio, con il Genoa gioca senza paura. Cataldi? Diamogli tempo..."
Fonte: Claudio Cianci-Lalaziosiamonoi.it
La sua carriera da calciatore l'ha visto indossare la divisa del Taranto e della Lazio. Inoltre ha giocato con l'Alessandria, il Torino e la Reggiana. Ma la sua esperienza come tecnico lo ha visto arrivare oltre la Manica. Partì come vice allenatore della Reggiana per passare a collaboratore tecnico del Manchester City di Roberto Mancini. Nel mezzo un'infinità di altre esperienze. Poi è tornato, sempre come tecnico, all'Alessandria con cui si è conquistato le simpatie di tutti portandola in semifinale di Coppa Italia. La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha voluto contattare in esclusiva Angelo Gregucci per fare il punto della situazione in casa Lazio.
Inzaghi per il Genoa ha qualche dubbio sul modulo: 4-3-3 o 3-5-2. Per Gregucci come dovrà scendere in campo la Lazio?
"Bisogna vedere le condizione della squadra ed è necessario valutare tantissimi parametri. Uno di questi è la condizione fisica dei calciatori dopo i loro impegni con le Nazionali. A livello tecnico non rinuncerei mai a Felipe Anderson, Inzaghi , però, sa benissimo quello che deve fare".
Dopo queste prime dodici di campionato la Lazio sta andando bene... Se dovesse continuare così con Genoa, Palermo e Roma potrebbe ambire a posizioni alte in classifica?
"Non bisogna essere catastrofisti né cadere in facili trionfalismi. Non bisogna guardare un terzetto di partite, ma match dopo match. Il derby è ancora lontano ed è anche importante per quanto riguarda ai fini della classifica. Ma bisogna focalizzarsi sul prossimo avversario. Non si possono dare giudizi dopo 12 partite, mi sento però di dire che il valore assoluto di Inzaghi è la conoscenza che porta del settore giovanile della Lazio, nessuno meglio di lui può valorizzare i giovani della Lazio".
Secondo lei perché Cataldi fa fatica ad adattarsi quest'anno?
"Cataldi è giovane, diamogli tempo. Questo è l'anno cruciale per la sua maturazione, su di lui ci sono molte aspettative. Mentre su Murgia e Lombardi non ce ne sono. Il bagaglio che si porta Cataldi è più pesante degli altri giovani. Diamogli tempo, ma bisogna essere solerti a dirgli che questo è un anno fondamentale".
La questione rinnovi è delicata, crede che la Lazio si debba muovere per le questioni Keita e Biglia?
"Non capiremo mai certe dinamiche, ma credo che nessuna società sia autolesionistica. L'unica postilla che potrei fare alla Lazio è questa: bisogna fare attenzione al patrimonio dei giovani atleti, perché è facilmente attaccabile. Ci sono in Europa almeno 10 realtà che possono andare oltre mercato e dire ad un calciatore di attenderle poiché potrebbero dargli un contratto che è almeno 1 volta e mezzo più alto rispetto a quello del club di appartenenza. Chi ha i soldi, vince".
Un giudizio su questo prossimo Lazio-Genoa?
"La Lazio deve affrontare tutte le squadre a viso aperto. Credo che tecnicamente la Juventus sia più forte, i progetti Napoli e Roma sono poco più avanti. Per il resto i biancocelesti possono giocarsela con tutte e non deve temere nessuno. Devono giocare tutte le sfide a viso aperto ed ambire ad arrivare terzi o quarti in classifica. La Lazio tecnicamente ha due esterni che nessuna squadra in Serie A, sottolineo a livello tecnico, possiede. Ha il centrocampista più forte del campionato, si tratta di Lucas Biglia. Ha uno dei migliori difensori al mondo che è de Vrij. Deve ambire sempre al meglio e quindi deve giocarsela con tutti per vincere".
Per concludere sappiamo che lei sarà uno dei protagonisti dell'evento 'Top Course' in programma il prossimo due dicembre...
"Questa è un'iniziativa fra ZAFE e la Giuliani Sport, professionisti del settore che si incrociano fra l'Italia e l'Inghilterra. Da me vorranno un parere sulla mia esperienza inglese e sul mio vissuto italiano. Ho accettato subito perché sono professionisti di grandissimo livello e spero che la platea sia interessata. Racconterò in modo approfondito la mia esperienza inglese e se qualcuno vorrà fare le mie domande sul vissuto italiano sarò pronto a svuotare la mia valigia di ricordi come calciatore, allenatore e quant'altro e renderli manifesti. Non sono deputato a dare giudizi su management o su come si gestisce un calciatore italiano o inglese di medio, piccolo o grande livello. Penso di poter spiegare il rapporto fra un collaboratore di responsabilità tecnica e un calciatore italiano o inglese che sia, non sono disegnato per discutere di questioni di livello manageriale. Ci sono persone più qualificate di me".
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