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ESCLUSIVA - Ex ds Cinquini: "Pioli è il tecnico del futuro! La mia Lazio era una forza, anche se la Roma ci rubò..."

di Davide Capogrossi
Fonte: Davide Capogrossi- Lalaziosiamonoi.it

Quando in Italia si parla di direttori sportivi emergono immediatamente alcune figure che hanno scritto pagine importanti del nostro calcio, costruendo squadre vincenti e concludendo operazioni di mercato lodevoli. Oreste Cinquini ha girato l'Italia intera, raccogliendo soddisfazioni su soddisfazioni. Dalla Fiorentina di Toldo, Rui Costa e Batistuta al Bologna di Mazzone e Guidolin. ma anche Udinese, Parma, Cagliari, Pisa. L'emblema della competenza e della professionalità, un occhio lungo per i giovani e un'abilita comprovata nel realizzare plusvalenze importanti (l'operazione Rui Costa su tutte). Fabio Capello lo portò con sè nell'avventura come ct della Russia, affidandogli il ruolo di direttore generale. Ma Cinquini vanta un passato importante anche nell'organigramma della Lazio. Fu il direttore sportivo dal 2002 al 2004. La Lazio di Mancini, capace di sfilare la Coppa Italia alla Juventus nonostante una situazione societaria tragica, negli anni del Lazionista e del salvataggio promosso dal compianto Ugo Longo. La redazione di Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva Oreste Cinquini per una lunga intervista.

Fiorentina-Lazio: due squadre che cercano continuità dopo un inizio difficile, che partita ci dobbiamo aspettare? "E' una partita importante per entrambe le squadre, con due grandi allenatori. Di Pioli conosco anche le caratteristiche morali, è stato un mio giocatore alla Fiorentina. L'ho iniziato io alla carriera di allenatore, è una persona eccezionale. La Lazio è reduce da un paio di risultati  molto importanti, deve dare continuità. Ha cercato di mettere a posto la situazione interna dopo gli scontri di Serbia-Albania. La Fiorentina ha giocatori come Gomez e Rossi infortunati, ma ha due valide alternative nei giovani Babacar e Bernardeschi. E' una partita da tripla, credo che rischi un po' di più la Fiorentina".

Possiamo parlare di spareggio per la terza posizione? "Lottano sicuramente per un posto in Europa. Forse è ancora presto parlare di Champions sia per la Fiorentina che per la Lazio. Sono comunque due squadre che hanno un futuro davanti a loro".

Quali erano le caratteristiche del Pioli calciatore?  "Stefano era già una persona molto equilibrata quando giocava e tatticamente svolgeva il ruolo di difensore centrale. Era molto intelligente, era già predisposto a diventare un tecnico. Ha sviluppato negli anni una conoscenza del proprio mestiere molto importante, è una persona umile che ogni giorno studia e si aggiorna. Ha passato delle situazioni difficili come l'esonero di Parma, fui io a sollecitare la sua assunzione. Ha maturato esperienze importanti e credo che la chance concessa dalla Lazio se la giocherà fino in fondo. La Lazio ha trovato il tecnico del suo futuro".

Lei è stato il direttor sportivo della Lazio dal 2002 al 2004... "Fu un periodo difficile ma intenso in cui abbiamo giocato alla pari con squadre importanti come la Juventus, abbiamo vinto la Coppa Italia battendo in finale proprio i bianconeri. Eravamo una grande squadra, abbiamo gestito una situazione molto difficile fuori dal campo, ho avuto l'opportunità di lavorare con Roberto Mancini. Avevamo trovato nella figura dell'Avvocato Longo una persona che c'è stata sempre vicino, la sua scomparsa mi ha addolorato tantissimo. Ci ha fatto sentire il calore della Lazio, ci ha fatto capire cosa significa appartenere al mondo biancoceleste. E' stato un periodo eccezionale soprattutto per questa persona che ci ha aiutato tanto".

Era un momento difficile a livello societario ma si apprezzava lo sforzo e la passione di Longo. Oggi la presidenza Lotito garantisce bilanci in attivo e buoni risultati ma il popolo è scontento. Come spiega questo paradosso? "Lotito è una persona pragmatica, Longo era una persona di cuore ma non era il proprietario della Lazio. Lotito ragiona con i numeri in testa, Longo aveva un mandato della Banca di Roma come presidente pro tempore, ragionava con il cuore. Era un modo diverso di essere presidente. Credo che la Lazio dopo le vicende che l'hanno tormentata ha trovato in Lotito una persona che ha sistemato i bilanci ottenendo buoni risultati. Ha una buona squadra, con giocatori molto interessanti. Non voglio entrare nella diatriba con la tifoseria, credo che per il bene della Lazio tutte le componenti debbano  virare dalla stessa parte".

Qual è il trasferimento che le ha dato maggiori soddisfazione e il suo rimpianto più grande da operatore di mercato della Lazio? "Uno dei giocatori che volevamo portare alla Lazio era David Pizarro. Avevamo fatto tutto, poi è andato alla Roma. Mancini lo voleva fortemente, ero riuscito  a chiudere la trattativa, ma non c'era il benestare a livello economico. Abbiamo completato operazioni importanti, come le cessioni di Nesta e Pancaro al Milan, ma soprattutto quella di Mendieta. Era una situazione che ci stava affossando. Mi misi in contatto con il Middlesbrough e riuscii a vendere un giocatore che non aveva fatto bene, non aveva trovato la sua collocazione alla Lazio, ma soprattutto era costato tantissimi soldi e percepiva uno stipendio fuori dal normale, il doppio di giocatori come Stam, Mihajlovic, Couto. E' stata l'operazione che mi ha riempito di più a livello professionale".

Una Coppa Italia è un bottino un po' misero per quell'organico? "Era una squadra talmente forte che poteva ambire a traguardi ancora migliori però tutti voi conoscete la situazione societaria, in quel periodo era difficile andare a prendere giocatori importanti ma anche migliorare una squadra del genere. Crespo, Nesta, Mihajlovic, Favalli, Negro, Stam, Giannichedda, Fiore...".

 

 


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