Eriksson: "Fantastico che Inzaghi mi abbia eguagliato! Scudetto, perché no? Magari vengo a Roma..."
“Halo?”. Esordisce così Sven-Göran Eriksson, uomo di mondo. Qui in Italia sono le 18:08 - peccato aver procrastinato quei 4 minuti di troppo -, a Panama è da poco passato mezzogiorno. Ci risponde da lì, tra Nord e Sud America. A un paio d'ore e circa 9.000 km di distanza da quel saluto, Acerbi lanciava lungo per Milinkovic, che la sporcava per Caicedo, che la appoggiava a Ciro Immobile. Il resto è storia nota e già passata, archiviata negli almanacchi dell'epopea biancoceleste. Storia alla quale il bomber col 17 sulle spalle consegnava il proprio mister: Simone Inzaghi. Nove vittorie consecutive in Serie A da allenatore della Lazio, nessuno come lui. Anzi sì, uno solo. Solo Sven-Göran: “Davvero? Complimenti! Sono molto contento per la Lazio e per Simone, fantastico!”. Il suo record è appena stato eguagliato. E la reazione di Eriksson alla notizia è di una gentilezza sincera, unica, come lui. Che per indole è sempre stato abituato a guardare oltre, questione di prospettiva e di ambizione: “So che sabato la Lazio giocherà contro il Napoli. Allora vincendo Inzaghi stabilirà un nuovo primato! La cosa mi rende felicissimo. Per lui e per questo club, che sta facendo un campionato memorabile. Sta lassù con le grandi, assieme a Juventus e Inter. Tutto ciò è bellissimo”.
SCUDETTO, PERCHÈ NO? - A questo punto, tutto è possibile. Non ha paura di pronunciarlo. È una parola che nella sua bocca non scotta, non sfugge via. L'ha vinto nel modo più incredibile alla Lazio. Lo porta ancora sulla propria pelle, cicatrice di passione e di pressioni. Eriksson conosce Roma e i laziali, eppure non si nasconde: “Per quello che sta dimostrando adesso, questa squadra è da Scudetto. Conosco bene la classifica” - un dolce rimprovero all'intervistatore - “La Lazio è a 3 punti dalla Juventus e dall'Inter: quindi perché no?”. Come smontare i castelli in aria dei “se, ma, però”. Giusto buttarcisi, giusto crederci. Non ne gioverebbe solo l'ambiente laziale: “Penso che questa sia una situazione molto positiva anche per la Serie A, almeno la Juve non viaggia a 10 punti di distacco dalle altre. Così è tutto più interessante, e la Lazio è lì...”.
L'ALLIEVO HA EGUAGLIATO IL MAESTRO - “Inzaghi ha trovato la formula vincente. I suoi ragazzi ci credono fino in fondo, credono in loro stessi. Una partita dura 90' più recupero e saperla vincere a tempo scaduto è una dimostrazione di forza enorme”. Parole che sanno di benedizione. Dagli addetti ai lavori, ai tifosi. Passando per i vertici della società, poi i suoi giocatori. Infine uno dei suoi mentori, il più importante. Inzaghi ha ricevuto l'ultimo endorsement, l'investitura che forse più bramava: “Ho visto alcune partite della Lazio” - a Panama, ammette lo svedese, non è proprio semplicissimo trovare qualcuno che trasmetta la Serie A - “E posso dire che gioca un grande calcio. Devo fargli i complimenti”. Anche perché all'epoca era difficile scommettere in tal senso sul piacentino: “Simone era un ragazzo serio e professionale, mi fa molto piacere vedere che stia facendo benissimo da allenatore. Devo dire che non me l'aspettavo, lo pensavo più di Mancini o Simeone. Invece anche Inzaghi se la sta cavando alla grande”. Infine una promessa. O meglio, più una sfida al suo ex attaccante. Un altro confronto per il quale Eriksson fa il tifo per Simone: “Se verrò all'Olimpico prima di maggio? Sì, nel caso in cui la Lazio restasse tra le prime 2-3 del campionato allora potrei pensare di fare un salto a Roma. La stagione è ancora lunga e mi auguro proprio di potermi godere una partita dagli spalti dell'Olimpico...”. Significherebbe tanto, per la classifica e per la memoria storica di questa società. Che aveva bisogno del suo Sven-Göran Eriksson. Aveva, perché ora l'ha trovato. Si chiama Simone Inzaghi e ha eguagliato il suo maestro. Che ci saluta con affetto, quello che prova per la sua Lazio: “Ciao ciao”, al prossimo record infranto.
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Pubblicato il 05/01 alle ore 19:10
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