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Borghi: "Da Correa ad Acerbi Nazionale, vi racconto l'ascesa della Lazio"

di Tommaso Guernacci
Fonte: Tommaso Guernacci - Lalaziosiamonoi.it

Staresti ad ascoltarlo per ore. Competente, capace, preparato, pacato, intelligente... Volto e voce nota di DAZN, penna eccellente e giornalista per Numero Diez, Stefano Borghi è tutto questo e molto altro ancora. Da qualche tempo ha anche intrapreso una nuova avventura sul web, in particolare su YouTube: il suo canale omonimo, incentrato a 360° sul mondo del calcio, va a gonfie vele [QUI PER ISCRIVERSI AL CANALE]. In occasione della sosta del campionato di Serie A, la redazione de Lalaziosiamonoi.it ha realizzato un'intervista esclusiva con lo stesso Borghi: tanti i temi affrontati inerenti al mondo Lazio e ai quali vale la pena dare importanza. 

Di seguito l'intervista completa. 

Cos'è successo nell'intervallo di Lazio-Atalanta? 

"Bella domanda. Non lo so (ride, ndr), perché non ero presente. Di sicuro s'è vista una partita totalmente a due facce. Però io credo che questi momenti di click, di scatto mentale, nella Lazio non siano così rari - forse di questa portata sì - però è una squadra che nella gestione Inzaghi spesso si è trovata in momenti in cui rischiava di naufragare e sempre si è ripresa. È successo l'anno scorso, è successo in tanti altri momenti. Penso che sia una conferma comunque - prima di tutto - del fatto che l'allenatore ha il polso della situazione e il gruppo è un gruppo che non molla".

Un concetto che hai sempre ribadito e continui a ribadire: alla Lazio serviva e serve tuttora il miglior Correa. Quant'è cresciuto l'argentino nelle ultime partite? 

"È cresciuto, è cresciuto tanto. Parliamo sempre di click mentali. Correa deve fare questo, perché il talento del giocatore per me è indiscutibile - e lo è sempre stato. Però si è anche visto un giocatore che aveva grandi lampi e poi momenti di buio. Mi sembra che dopo il rigore calciato in cielo col Bologna, Correa abbia trovato questo tipo di svolta: si è messo anche lui - come dico io - con la testa nel carrarmato, e infatti mi pare che abbia segnato 5 gol nelle ultima cinque partite. È un giocatore che deve essere centrale per una squadra come la Lazio. Tra l'altro credo che in questo sistema di gioco sia perfettamente integrato, sia con Luis Alberto alle sue spalle che con Immobile al suo fianco leggermente più avanti. Io spero proprio che sia arrivato il momento in cui Correa prenda continuità, sia all'interno della partita che all'interno della stagione, perché è un giocatore che ha tutte le caratteristiche per poter fare la differenza. Io tifo sempre per i grandi calciatori. Quando i calciatori di talento riescono a imporsi, le partite sono belle e dunque gli osservatori sono contenti. Di conseguenza è per questo che spero che Correa abbia trovato la continuità, abbia trovato la sua dimensione e adesso sia una continua ascesa con meno momenti di pausa".

Cosa manca alla Lazio per poter fare il definitivo salto di qualità e andare a competere per i primissimi posti assieme a Juventus e Inter?

"Beh, mi sembra che la Juventus sia un qualcosa di difficilmente raggiungibile per tutti, anche per chi ha fatto un mercato ben più imponente. Il mercato della Lazio? Non sono un grande fan delle finestre di mercato e mi fa un po' specie parlare di mercato anche a metà novembre, però quest'estate la Lazio ha fatto un mercato intelligente, perché ha preso Lazzari che è un giocatore che adesso comincia a rendere ed è un giocatore che farà molto bene. Bisogna aspettare altri investimenti, tipo quello di Vavro: fin qui è stato negativo, però è stato un investimento pesante e di conseguenza credo che - oltretutto in un settore dove la Lazio ha un chiaro bisogno di un titolare, ovvero il settore destro del pacchetto difensivo - comunque un minimo di fiducia e di lavoro ancora su Vavro vada fatto. Così come il discorso su Jony: io l'ho sempre dipinto come un giocatore di grande qualità, che però non è mai stato abituato a fare questo tipo di ruolo (esterno a tutta fascia in un centrocampo a 5, ndr). Ci sta che si debba lavorare sull'intensità difensiva di Jony. Più che il mercato io credo che sia da osservare la continuità del lavoro, perché ho l'impressione che lavorando bene si possa alzare il livello di rendimento degli acquisti che fino a questo momento non sono stati efficaci al 100%".

Luis Alberto meritava la convocazione con la Spagna?

"È un giocatore che a me piace tantissimo, è un numero 10 vero. Se c'è una nazionale che ha abbondanza di questo tipo di giocatori è proprio la Spagna. Luis Alberto in carriera non si è imposto con continuità con la maglia della roja, però è assolutamente considerato dal ct Moreno ed è un giocatore che - soprattutto quest'anno, ma in generale da quando è alla Lazio - sta dimostrando di avere quelle caratteristiche abbastanza uniche del numero 10, che è stato per qualche tempo dimenticato, ma quando una squadra punta su un giocatore del genere ottiene sempre dei risultati". 

Immobile può superare il record di Higuain (36 gol in un singolo campionato)?

"Vediamo. L'inizio è stato veramente prorompente, per il numero di gol segnati ma anche per quelli che ha fatto segnare. Immobile in campionato ha 14 gol e 5 assist, vuol dire che è il giocatore più produttivo della Serie A con 19 partecipazioni dirette al gol. Il secondo giocatore più produttivo è a quota 9, per cui ha fatto veramente il vuoto dietro di sé. Lo vedo focalizzato, lo vedo spinto, lo vedo anche stimolato dal fatto di doversi conquistare il ruolo di centravanti titolare della Nazionale. Il record di Higuain è un qualcosa di gigantesco. Il passo ce l'ha, però poi bisogna tenerlo".

Adesso il calendario metterà di fronte Sassuolo e Udinese, e poi tre scontri quasi cruciali: due con la Juventus - campionato e Supercoppa - e uno con il Cagliari in trasferta. Questa è già una delle fasi importanti del campionato della Lazio?

"Sicuramente. Io non sottovaluterei le prossime partite, perché comunque sono squadre che possono mettere in difficoltà. Il campionato italiano mi sembra che sia cresciuto di livello nella sua parte medio-bassa, per cui non sono partite da sottovalutare. Anche l'ultima in casa col Lecce non è stata proprio una partita morbida e agevole. Certo è che analizzando i risultati, il salto in avanti la Lazio lo deve fare negli scontri diretti. Fin qui ha pareggiato con l'Atalanta, ha pareggiato il derby - ed era una partita che doveva vincere per il numero di occasioni create - e ha perso a San Siro con l'Inter. Per cui la partita con la Juve credo che sia una partita molto pesante e molto emblematica: se la Lazio comincia a fare risultato anche negli scontri diretti con le big, allora davvero può pensare di avere una dimensione che la può portare a lottare per quello che deve essere l'obiettivo stagionale per una squadra di qualità, ovvero i primi quattro posti". 

Una domanda in ottica Nazionale italiana: molto probabilmente per l'Europeo tornerà Chiellini, però in questo momento quant'è difficile togliere Acerbi dalla difesa azzurra?

"Sono discorsi da fare. Ho una grandissima stima per Acerbi, l'ho visto giocare anche contro la Bosnia e parlando con mia moglie dicevo: «Che bel giocatore che è Acerbi. Per come si è imposto, per la caratura che ha saputo raggiungere». È un giocatore importante, è il leader assoluto della difesa della Lazio e oltretutto l'abbiamo visto anche snaturarsi in un ruolo che non gli è propriamente naturale e fare sempre molto bene. Per cui credo che sia un elemento al quale Mancini - che sta facendo un ottimo lavoro - dia grande considerazione. Poi è chiaro, rientrerà Chiellini per l'Europeo e sarà un rientro molto importante per la Nazionale, però è altrettanto importante avere gente come Acerbi da considerare, tra virgolette, delle alternative o comunque dei titolari aggiunti. Perché ti aumenta lo spessore della rosa, ti aumenta la qualità del materiale che hai a disposizione. Io credo che Acerbi sia un giocatore che verrà preso in seria considerazione anche per la Nazionale".

Si ringrazia vivamente Stefano Borghi per la gentilezza e la disponibilità.

Pubblicato il 17/11 alle ore 18:01

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