Anthony Chinaglia, figlio della Leggenda: "Mio padre mi parlava sempre e solo della Lazio... Presto verrò a Roma per organizzare una commemorazione"
Fonte: Alessandro Zappulla/Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it
E' stato il primo a dare la notizia che i suoi cari e tutta la gente laziale non avrebbero voluto sentire: "Papà è morto...". Il dolore di Anthony Chinaglia è sicuramente grande, grande come chi vede spegnersi di fronte ai propri occhi colui che ti ha messo al mondo. Lo strazio di chi porta quel cognome, però, deve essere alleviato da una consapevolezza: essere è figlio di una Leggenda, di un grido di battaglia, del simbolo di un popolo che nel padre Giorgio ha eletto il proprio simbolo. Del mito legato alla bandiera della Lazio per antonomasia, Anthony non può che andarne fiero. Dal papà ha ereditato l'amore per il "soccer", tanto che anche lui ha giocato in una squadra locale di Naples. E poi sul comò di casa ha la fortuna di poter ammirare ogni giorno le foto di Long John con la maglia della Lazio, quasi a benedire la fascia di capitano che Anthony ha indossato nella sua esperienza da calciatore, e che ora riposa lì accanto. Anthony si trova lontano da Roma, nella sua Florida, dove gestisce un ristorante, "Osetra", che come specialità ha champagne e caviale, un po' sullo stile che piaceva al padre. Ma la mente e il cuore sono collegati con un filo diretto al di là dell'Oceano Atlantico, alla Capitale: "Com'è la situazione là?", chiede al telefono, contattato dalla redazione de Lalaziosiamonoi.it. La risposta è nata spontanea: "Tutti piangono tuo padre, la gente laziale ha perso un simbolo, un pezzo di cuore. La Curva Nord saprà ricordarlo come si deve sabato all'Olimpico". "Grazie - risponde con la voce rotta ancora dal pianto - mio padre mi parlava sempre e solo della Lazio. E' un modo bellissimo per ricordarlo. Sento l'Italia e la gente di Roma vicina a me e alla mia famiglia".