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Rovella, consacrazione completata: ora la Lazio è sua

di Andrea Castellano
Fonte: Andrea Castellano - Lalaziosiamonoi.it

Maglia numero 6, capello biondo e testa alta. Nicolò Rovella si è preso la Lazio. L’anno scorso solo la pubalgia ha frenato il suo impatto in squadra e nel campionato italiano. Con Sarri ci aveva messo pochissimo a rubare il posto da titolare a Cataldi, protagonista assoluto della stagione dello storico secondo posto. Adesso finalmente si sta prendendo tutto. Si è accorto di lui addirittura anche il ct Luciano Spalletti, che l’ha premiato con la convocazione in Nazionale.

INAMOVIBILE - ”È senza dubbio un giocatore al centro del progetto”, aveva detto Baroni alla fine del ritiro estivo di Auronzo di Cadore. E così è stato. È diventato immediatamente il faro della Lazio, una pedina imprescindibile dello scacchiere biancoceleste. Corre, lotta, recupera senza sosta. È il primo a mettere la gamba e l’ultimo a toglierla, non fa mai un passo indietro. La gente poi lo esalta: “Mi sento un tifoso della Lazio. Non sono nato laziale, ma sono felice di esserlo diventato. È un trasporto incredibile, spero di giocare più anni possibili qua”. Parole che testimoniano il suo attaccamento ormai viscerale.

RUBA E SMISTA - In quanto a numeri sta dominando in Serie A e in Europa. Nel recupero palla ha pochi eguali: nei top cinque campionati europei Rovella è terzo per contrasti completati (33 totali, 22 riusciti), a pari merito con Højbjerg e Cásseres Jr. del Tolosa. Solo Andrey Santos dello Strasburgo (in prestito dal Chelsea; 37, 24) e Caicedo del Chelsea (38, 25) hanno fatto meglio. Anche a livello di impostazione ha alzato l’asticella: tra i centrocampisti con almeno 500 passaggi riusciti è terzo per precisione (550 tentati, 511 completati 93%). Solamente Højbjerg (1004, 935, 93,1%) e Kovacic (773, 723, 93,5%) l'hanno superato, ma si è comunque lasciato dietro giocatori del calibro di Tchouaméni, Zaire-Emery e Vitinha.

CORRE SENZA SOSTA - In campo poi non si ferma un attimo. Nel modulo di Baroni è centrale il suo ruolo da motorino instancabile: dopo Freuler (11,565 km) e Mctominay (11,989 km), in campionato è terzo per distanza media percorsa (11,560 km), con una velocità massima di 33,9 km/h, da mediano. Per rendere l’idea, Nuno-Tavares è arrivato a 35,5 km/h. Ormai il classe 2001 di Segrate ha conquistato tutti e si sta consacrando come uno dei migliori centrocampisti italiani in circolazione. Ha preso per mano la Lazio e la sta conducendo verso vette che nessuno immaginava si potessero raggiungere in questa stagione. Partita dopo partita cresce sempre di più: "Limiti? Non ce ne sono". Musica maestro, dirige Nicolò Rovella.

Pubblicato l'11/11


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