Lazio, Immobile-Inzaghi punto e a capo. E con un Ciro così è lecito sognare
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
LAZIO - "Mi dispiace per quello che è successo col mister, da quando sono qui mi ha sempre aiutato". Punto. La parola fine la mette Ciro. Destro piazzato all'angolino che vale il 4-0 sul Genoa, poi la corsa verso la panchina dribblando i compagni in campo. "Per me Inzaghi è come un fratello maggiore", o forse sarebbe meglio dire come un padre. Sembra una storia già vista, già sentita. In un certo qual modo ricorda la parabola del figliol prodigo. Pochi secondi, un abbraccio intenso, poi un bacio in testa e una pacca sulla spalla. Paterna, come a dire "bentornato a casa figlio mio".
UNA SETTIMANA DI FUOCO - In quel Lazio-Parma all'Olimpico di una settimana fa, in una serata quasi perfetta, quel litigio per il cambio con Caicedo era stata l'unica nota stonata. È successo a tanti, Immobile non è stato l'unico nella storia a non digerire una sostituzione. Ciro però ha chiesto scusa immediatamente, lo ha fatto a parole e con riservatezza nello spogliatoio, poi con un messaggio chiarificatore sui social. È un istintivo, ma anche uno di cuore. L'esclusione di San Siro ufficialmente una scelta tecnica, ufficiosamente forse qualcosa in più. Nulla di grave però, una consuetudine per chi vive lo spogliatoio. Ciro lo ha capito, lo ha accettato, in panchina viene inquadrato sorridente. Poi subito a disposizione non appena richiamato per scendere in campo. "Domenica Immobile gioca. Lui è un leader", le parole di Inzaghi al termine della partita.
CON QUESTI NUMERI SI PUÒ SOGNARE - Ieri la parola fine su una settimana infuocata. Un gol e un assist, addirittura due se il Var non avesse cancellato la rete di Luis Alberto per un fallo di Milinkovic. Rifinitore e goleador, è il suo modo per chiedere scusa. "In quattro anni un errore concedetemelo". E sì, glielo si può concedere, anche perché conoscendolo, tutti son sicuri che sarà il primo ma anche l'ultimo. Ora è tempo di remare uniti, per raggiungere un obiettivo prefissato, solo sfiorato e accarezzato in passato. Con un Immobile così, sognare è lecito. Ciro infatti è tornato a segnare a raffica, 5 gol in 6 partite di campionato (6 in 7 gare se si conta anche la Nazionale). Guida la classifica cannonieri, appaiato in cima insieme a Zapata e Berardi guarda tutti dall'alto. Con il gol di ieri sono 91 le reti messe a segno con la maglia biancoceleste, 72 considerando solo quelle in Serie A, a sole 5 lunghezza da due leggende come Puccinelli e Chinaglia (rispettivamente al quarto e quinto posto). La Lazio ha ritrovato il suo bomber, Inzaghi il suo figliol prodigo.