Lazio, è la tua notte. E sognare ora si deve...
Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it
La più bella Lazio della stagione domina la Juventus, la batte, l’annichilisce e consolida il terzo posto, la zona Champions che resta l’obiettivo. Ma si prende anche una notte di sogni proibiti, una notte in cui è concesso tutto, anche l’impensabile, poi da domani (o da lunedì, forse meglio) con lucidità si tornerà a ragionare. Ma ora no, ora si gode, si fa festa, ci si illude e si torna un po’ bambini. Sarebbe delittuoso non godersela, sarebbe folle non andare sulle stelle inebriati da una Lazio che nel secondo tempo ha letteralmente spazzato via una delle squadre più forti del mondo. La banda Inzaghi ha sofferto sotto i colpi di una Juve famelica nei primi venti minuti, è andata sotto, ha barcollato, ma ha retto e reagito. Per poi dilagare. È esondata come un fiume in piena, ha travolto gli argini bianconeri, ha trascinato via le resistenze della Signora. Sembra il riassunto in novanta minuti di questo avvio di stagione. Le sette vittorie consecutive sono un premio per dei ragazzi che hanno saputo ribattere a un avvio di stagione complicato, hanno svoltato la stagione in un pomeriggio di metà ottobre, quando l’Atalanta sembrava venuta all’Olimpico per banchettare sui resti della Lazio: in quell’intervallo è scattato qualcosa, è girato il mondo biancoceleste, in quel momento il brutto anatroccolo s’è trasformato in cigno. Anzi, in aquila. Regale e predatrice, meravigliosa nel suo volo e implacabile nell’attaccare. Con un colpo d’ala ha allontanato le fiamme infernali ed è tornata a puntare gli occhi sulle stelle, verso il paradiso. La Lazio è il suo simbolo, l’ha dipinta alla grande la Nord. I numeri sono corredo a una squadra che forse mai è stata così bella negli ultimi anni. Questa Lazio è l’evoluzione di quella di due anni fa, è più matura, più quadrata, forse un pizzico meno spettacolare, ma tremendamente più efficace. Oggi quella biancoceleste è un’orchestra che suona sinfonie magnifiche. Luis Alberto è il re degli assist, ne ha già serviti 11, sposta gli equilibri perché uno così in mezzo al campo non lo prendi mai, non ne puoi prevedere le giocate, ha intelligenza superiore. Il Mago sta alla Lazio come Firmino sta al Liverpool, uno centrocampista atipico, l’altro centravanti particolare, entrambi gestiscono la manovra offensiva in maniera geniale. Poi c’è Milinkovic, uno che era potenza, tecnica e giocate e che oggi è diventato un centrocampista totale, che sa fare tutto in mezzo, rompere il gioco altrui e rilanciare quello dei suoi con sublime maestria; sa spaccare le difese con inserimenti da panzer, ma pure rincorrere e recuperare. E c’è una Lazio che vince pure quando Immobile non segna e guardate che è una notizia per uno che di gol ne ha fatti 17 in 15 partite. La Lazio domina nel secondo tempo e infligge alla Juventus la prima sconfitta stagionale. Si prende lo scalpo più prestigioso, lo fa con una partita epica, da tramandare, da raccontare, lo fa con giocate d’autore, esaltando i suoi singoli, i suoi tenori, come accaduto in occasione del 2-1. E allora godiamoci questa notte, accarezziamo ogni sogno, anche quello più pazzo. Per ora è giusto così.
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