Lazio, Di Bello e Irrati da brividi: da Strootman a Mertens, quanti errori contro i biancocelesti
Fonte: Antoniomaria Pietoso - Lalaziosiamonoi.it
Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. Chissà cosa avrà pensato ieri la Lazio dopo il 5-2 subito dal Napoli. I partenopei, lo premettiamo, hanno meritato il successo in una serata in cui gli è riuscito di tutto. Chiaro, però, che il successo è stato spianato dai due macroscopici errori della terna arbitrale nel primo tempo. Il rigore più che generoso per gioco pericoloso di Milinkovic ai danni di Manolas, la punizione a due in area sarebbe stata più corretta, ha annullato la ripartenza biancoceleste e il solare penalty on assegnato su Lazzari. Come se non bastasse anche il 2-0 è irregolare per il netto stop di mano di Mertens in occasione della staffilata di Politano dal limite. Due errori gravi dell'arbitro Di Bello sul campo, mal supportato da Irrati alla Var. Non è la prima volta che i due sono protagonisti di direzioni di gara più che discusse con la Lazio in campo.
STROOTMAN E IAGO FALQUE - Partiamo da Di Bello e dal derby, vinto poi nettamente dalle aquile, del maggio del 2017. In area biancoceleste Wallace interviene in scivolata e passa a più di un metro da Strootman che simula e finge un colpo alla caviglia beffando Orsato che indica il dischetto. Siamo in era pre tecnologia e per quelle sfide, come accadeva in Coppa Italia e nelle competizioni europee, vengono testati i cosiddetti arbitri di linea. Di Bello è sulla linea di fondo a pochi metri dall'episodio e non interviene, nonostante la visuale ottima gli permetta di vedere bene l'episodio, confermando la decisione della giacchetta nera di Scio. L'arbitro di Brindisi, però, si supera nel novembre dello stesso anno quando è il Var della sfida tra Lazio e Torino. Il fallo di mano di Iago Falque è visibile a occhio nudo, ma Giacomelli lascia proseguire e Immobile colpisce il palo. L'attaccante viene poi a contatto con Burdisso che cade a terra. Di Bello richiama l'arbitro triestino alla Var e gli mostra il secondo episodio. Immobile viene espulso e monta la protesta biancoceleste in una stagione che, come vedremo, riserverà anche altri errori (o sarebbe meglio dire orrori).
CUTRONE E LA DOPPIETTA AL MARADONA - Anche il curriculum di Irrati, però, non è senza macchie. Gennaio 2018, infatti, lo vede alla direzione di un Milan - Lazio che farà discutere. Il vantaggio rossonero arriva per un gol di mano di Cutrone. Le immagini parlano chiare, ma vengono presi in esame solo i replay per decretare la posizione regolare o meno e non quella dietro la porta che fa vedere il fallo dell'attaccante. Se la Var non lo ha aiutato, il fischietto di Pistoia è andato in confusione fermando per due volte azioni pericolose biancocelesti per fuorigioco senza far proseguire, come prevede il regolamento, e in caso poi annullare con l'ausilio della tecnologia. Un match chiuso con addirittura sei ammoniti, nonostante pochi falli fatti dai capitolini. A dicembre del 2018 Irrati è ancora protagonista in un altro Lazio - Torino bollente. Il rigore allo scadere della prima frazione per i granata per un leggero abbraccio di Marusic a Belotti è eccessivo. Peccato che nella stessa partita due episodi identici ai danni di Acerbi e Immobile non siano stati puniti con la stessa fiscalità. Si arriva poi alla doppietta di ieri con il primo rigore generoso e con il gol di Politano nato dal fallo di mano di Mertens. Insomma la Lazio non è assolutamente fortunata né con Di Bello né con Irrati. La speranza è che la prossima volta che le loro strade incontreranno quella dei biancocelesti il risultato, le prestazioni e le decisioni siano ben diversi.