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Lazio, dalla magia in campo al mistero in Borsa: ecco cosa è successo

di Alessandro Zappulla

E’ l’anno della Lazio o meglio dire il fine anno della Lazio. Una stagione quella calcistica iniziata a metà agosto nello scetticismo generale e nella critica tutt’altro che serpeggiante. A Roma l’estate era iniziata con manifestazioni di protesta e con il chiaro scoramento generale. L’annata laziale per i più avrebbe dovuto archiviarsi, forse ancor prima di iniziare. Eppure il miracolo biancoceleste e il mistero di questa pazza e giovane Lazio ha ribaltato del tutto percezioni e aspettative. Ora tutti credono in questa squadra. Ora: tifosi, appassionati e timidi simpatizzanti si sono convinti all’unisono che Baroni è un guru e la Lazio è eroica. Giochi del destino, quel folle e imprevedibile stellone a cui un popolo intero fa spesso riferimento. Alchimia e progettualità che insieme infilano una dopo l’altra scelte azzeccate e allineamenti imponderabili. La Lazio piace e fa impazzire chi la ama. La Lazio scoccia e disturba chi la odia. Che leggendario scenario e imprevedibile ambientazione. Un misto fra sogno e realtà. Un impronosticabile miracolo sportivo, che ad oggi colloca la banda Baroni ad un punto dal Napoli capolista e in vetta alla classifica di Europa League. Magia o meglio dire magica follia. Quel cuore innamorato, infeltrito da anni di contestazioni, che è tornato a pulsare e sperare. Il finale del turbolento 2024 laziale ora sembra fatato. Nello scenario creatosi intorno a questa Lazio, in cui tutto è lecito e nulla appare scontato, scorre il tratto incontrollabile del misterioso universo biancoceleste.

La questione Borsa

Uno scenario che trasborda in quell’ignoto versante laziale da sempre inutilmente decifrato: la Borsa. Un mare calmo di azioni cristallizzate, che improvvisamente appare agitato. Un’onda anomala che oggi alle 12 h e 58’, come riporta borsaitaliana.it, ha spaccato la calma piatta. Un quantitativo di 2 milioni e 400 mila azioni passate in un’unica transazione. Un blocco pari al 3,55 % del totale pacchetto azionario, che da oggi ha cambiato proprietà. L’operazione, così come evidenziata dai numeri registrati da borsaitaliana, lasciano intendere che il blocco azionario sia passato nelle mani di un unico soggetto, che con questa singola operazione ha scavalcato la soglia del 3% (soglia delle partecipazioni rilevanti). Una barriera che se varcata deve essere necessariamente per legge comunicata alla Consob, entro l’arco temporale di una settimana.

Gli scenari

Cosa succede in casa Lazio? Attualmente nulla. Il grafico a torta del gruppo controllante resta immutato. La SS Lazio ha un capitale sociale costituito da 67.738.911 azioni ordinarie del valore nominale di 0,6 euro cadauna e da altrettanti diritti di voto. Il flottante costituisce il 32,97% del totale, pari a 22.333.519 azioni. Claudio Lotito detiene il 67,03% delle quote, attraverso la società Lazio Events S.r.l. Attualmente la fotografia è questa e resta tale, con la possibilità, attendendo comunicazioni che dovranno esser spedite all’organo di vigilanza, che un secondo azionista di minoranza si palesi nel panorama azionario. Ad onor del vero c’è un’unica possibilità che potrebbe esimere il potenziale acquirente dal manifestarsi, ossia subire una sanzione da parte della Consob, che inibirebbe però lo stesso dal diritto di voto. Un epilogo quantomeno stravagante per un investitore che in un giorno di novembre ha deciso di investire 2 milioni e mezzo sulla Lazio, monopolizzando l’intero volume di scambio giornaliero del titolo.

Insomma misteri e circostanze che alimentano quel surreale clima che avvolge il momento esaltante di un popolo intero. La Lazio vince in campo e fa sognare. La gente laziale segue e capta segnali da ogni dimensione. Tutto con rigoroso equilibrio e sempre con scaramantica moderazione. Vige il non dire rispetto al decifrare. Meglio sperare senza fiatare, confidando che nulla si inceppi. Il mondo impalpabile di questa Lazio, che vive di inattesi successi e lecite ambizioni, oggi si arricchisce di un nuovo mistero. “Ai posteri l’ardua sentenza...”, oppure semplicemente a tra una settimana per decodificare tutto meglio.

Pubblicato 25.11


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