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Klose, un sogno atteso 12 anni: il Mondo è tuo!

di Stefano Fiori
Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it

Guarda Miro, non sei a Yokohama. Sei su un palcoscenico chiamato Rio de Janeiro. Non ti trovi al Nissan Stadium, questo è il carnevale del Maracana. Quattromilatrecentonovantasei giorni. Nella vita di un calciatore, possono passare 4396 giorni tra la prima occasione, mancata, di vincere un Mondiale e l'apoteosi, la seconda chance che stavolta non scappa. Era il 30 giugno 2002, Ronaldo il Fenomeno segna due gol alla Germania, la coppa è del Brasile. Kahn; Limke, Ramelow, Metzelder; Frings, Hamann, Jeremies, Schneider, Bode; Neuville. Allenatore: Rudi Völler. Questa la formazione tedesca vicecampione, completata da Miroslav Klose. Ancora lui, l'unico, dodici anni dopo. Stavolta ha qualche ruga in più, ma una medaglia d'oro al collo. Còccolati quella coppa, Miro. Dodici anni per farla tua, novello Ulisse alla ricerca di quella Penelope dorata che sorregge il globo. Guardatelo, quanto è bello un laziale sul tetto del mondo. Neuer, Lahm, Khedira, Schweinsteiger: tra tutti quei volti festanti, ce n'è uno familiare. Tante volte, laziali, l'avete visto esultare con il biancoceleste addosso, fare il segno dell'ok dopo aver marchiato a fuoco un altro portiere. Stavolta non ha segnato, nessuna esultanza o capriola. È bastato dare il cinque a Mario Götze, al momento del cambio. Per Miro l'ovazione del Maracana, per il talento del Bayern una sorta di benedizione: è entrato nella ripresa, ha pazientato fino al secondo tempo supplementare, quindi ha deciso il match con un gol fantastico. Al fischio finale, Klose è andato a cercarlo, l'ha abbracciato, gli ha ripetuto che era tutto merito suo. Poi via alla festa. "Sono pronto a far uscire fuori l'animale che è in me!", aveva avvisato alla vigilia della finalissima con l'Argentina. Eccola, la bestia che vive dentro di lui, un rapace che si avventa sulle prede più ambite. Facciamo che sia un'aquila? Sì, vogliamo pensare che sia quello l'animale che alberga in Miro. Coppa del Mondo e record di gol nei Mondiali, veni, vidi, vici in terra brasiliana: Kaiser proviene da Cesare, non è un caso. Sedici reti e 24 presenze (una in più di Maldini, solo una in meno di Matthäus) in quattro edizioni, 71 gol in 137 apparizioni con la maglia della Germania: i numeri di Miro in Mannschaft: Klose dell'altro mondo.

QUINTO LAZIALE SUL TETTO DEL MONDO - Dalla finale, sapevamo già che sarebbe uscito un laziale campione. Nel derby tutto biancoceleste, Biglia si è inchinato al panzer. Il numero 11 è il quinto giocatore della Lazio ad alzare la Coppa del Mondo. Prima di lui solo nazionali italiani: Anfilogino Guarisi nel 1934, Silvio Piola nel 1938 e l'accoppiata Angelo Peruzzi-Massimo Oddo nel 2006. E solamente il grandissimo Piola, prima di Klose, era sceso in campo nella finalissima. Un altro tedesco, Karl-Heinze Riedle, vinse da neo acquisto laziale il Mondiale nel 1990. Ancora una volta, contro l'Argentina. La storia si ripete, dopo 24 anni la Germania batte di nuovo l'Albiceleste e conquista la sua quarta stella. Come l'Italia, dove Klose ha trovato la sua seconda casa. E dove tornerà da trionfatore. Miro, cosa si prova a vincere una Coppa del Mondo? A entrare nella leggenda, a scolpire il proprio nome nella roccia dell'immortalità? Basta l'urlo che scompagina il tuo volto impassibile per capirlo. Sei campione del Mondo, Miro. Dopo dodici anni, ce l'hai fatta.


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