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IL PRECEDENTE - Lazio-Torino con Gascoigne. E il galateo dov'è?

di Francesco Bizzarri
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

Con il Torino senza distrazioni. All'Olimpico per la Lazio c'è l'esame Sinisa Mihajlovic. I biancocelesti vogliono correre ancora per la classifica e inseguire quel terzo posto non lontanissimo. Ma per divertirsi davvero bisogna andare nel 1993: andata di Coppa Italia con Zoff sulla panchina laziale. Manuale del galateo lasciato a casa: gioca Paul Gascoigne fino ad allora mai preso in considerazione seriamente. Situazione curiosa: sembra un caso odierno molto simile a quello di un altro inglese a Roma.

RUTTI E DRIBBLING - È il 28 gennaio. A Roma c’è un clima pesante. Il freddo pungente non preoccupa affatto: ma i venti che arrivano da Milano, quelli sì. Antonio Di Pietro e il suo pool di magistrati continuano la loro battaglia: Mani Pulite è in corso. Ad inizio anno ecco la pioggia di avvisi di garanzia. Tocca anche a Bettino Craxi. I giornali parlano solo di quello. Lo sport però, anche quello settimanale che vede impegnate alcune squadre nei quarti di Coppa Italia, c’è sempre. Lazio e Torino si sfidano all’Olimpico. Fiori è in porta con Orsi che si siede in panchina. Davanti c’è tenacia, classe e fantasia. Gli uomini chiave? Da Cravero a Winter, con Riedle, Gascoigne e Signori di turno in attacco. In apertura segna subito Maurizio Neri. Un attaccante moderno, due stagioni alla Lazio prima di passare al Brescia e di consacrarsi definitivamente. Ma quella partita viene ricordata soprattutto per il Gazza show. L’inglese è imprendibile. Dalla Curva Nord lo osannano, nemmeno in maniera troppo educata, ma sicuramente efficace: “Facci il ruttino, Gascoigne, facci il ruttino”. Dribbling, cross, assist. Venturin in maglia granata non lo prende mai. Il fantasista va anche al tiro più volte, ma Marchegiani si oppone sempre. Ci prova Fusi a fermare il talento made in England, ma ci riesce solo con il fallo, per di più in area di rigore. Sul dischetto si presenta Signori: calcio senza rincorsa e due a zero Lazio. È lo stesso Fusi però, sullo scadere del primo tempo, a trovare il 2 a 1. Nel secondo tempo Zoff non ritrova i suoi: Gascoigne è in riserva e viene sostituito, il gioco bello e spumeggiante del primo tempo non c’è più. A tempo quasi scaduto, quando la vittoria sembrava cosa fatta, Scifo acciuffa il pareggio. Ma gli applausi a Gascoigne per quella partita pazzesca non vengono cancellati. In tanti iniziarono a ricredersi sulle qualità di Paul. Che non era solo birra a scherzi. Il ritorno? Torino vittorioso per 3 a 2 e passaggio del turno. Una beffa per una Lazio bella e pazza. Grazie ad uno dei suoi giocatori che più ha inciso nella memoria dei tifosi. Mitico e inarrivabile Gazza. 

"Ecco i pazzi. Il disadattati. I ribelli. I facinorosi. Le spine nei fori quadrati. Quelli che vedono le cose diverse. Non sono appassionati di regole. E non hanno alcun rispetto per lo status quo.
Si possono citare, essere in disaccordo con loro, glorificarli o denigrarli. L’unica cosa che non si può fare è ignorarli. Perché cambiano le cose. Spingono la razza umana nel futuro.
Mentre alcuni possono vederli come pazzi, noi li vediamo come geni. Perché le persone che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, sono quelli che lo fanno davvero".

Apple, la campagna pubblicitaria di 'Think different’.

Il consiglio musicale: “Un matto” - F. De Andrè (Album: Non al denaro non all’amore né al cielo. 1971, Produttori Associati)


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