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FOCUS - Un bomber di nome Mauri: il capitano segna a suon di record

di Stefano Fiori
Fonte: Stefano Fiori - Lalaziosiamonoi.it

Chiamatelo bomber, con più che apparenti meriti sportivi. I numeri di Stefano Mauri dicono questo. E parlano di sei reti in dieci partite. L'orologio di Lazio-Atalanta segna il 51° minuto: Felipe Anderson si traveste da Candreva, sgroppa palla al piede sulla destra e scarica nel mezzo dell'area piccola. Ad aspettare c'è il brianzolo: tocco in spaccata e via a festeggiare, mentre la palla rotola tra le maglie della rete bergamasca. Venti minuti dopo - guarda un po', al 71' -, è ancora un assist di Felipe Anderson a ingolosirlo. Tiro a giro, Sportiello battuto. Olimpico in delirio, Mauri pure. Ci va giù di doppietta, il capitano. La terza in campionato da quando veste la maglia biancoceleste. Bisogna risalire al 2006/07 per ritrovare i primi due double, contro Udinese e Messina. A quasi 35 anni (li compirà il prossimo 8 gennaio), Mauri ci prende sempre più gusto a invadere il tabellino dei marcatori. Segna con una continuità impressionante: un gol ogni 99 minuti. Meglio addirittura di Filip Djordjevic, raggiunto stasera in vetta ai marcatori più prolifici di questa Lazio. Appena domenica scorsa, Stefano aveva firmato a Parma il sigillo del momentaneo pareggio. Cesena, Sassuolo, Cagliari e i gialloblù, appunto: quando segna lui, la Lazio vince. Stasera la magia si è ripetuta di nuovo. E il record personale è stato eguagliato: sei reti in campionato, come nel 2006/07 e nel 2010/11. Il suo miglior score risale ai tempi di Brescia: stagione 2003/04, sette centri. Calcolate però che al termine del campionato manca ancora qualcosa come 23 partite. Un'eternità, per un giocatore che sembra aver fermato il tempo. E che in Serie A ha realizzato la bellezza di 51 reti. Lui, che di mestiere farebbe il centrocampista. Aveva iniziato la stagione da riserva di lusso, la sta vivendo da protagonista assoluto. Come sempre, del resto. Con un contratto in scadenza a fine giugno, l'idea di un ulteriore rinnovo suona tutt'altro che blasfema. Anche perché di giocatori come Mauri, in giro, se ne vedono pochi. Merce rara, la stoffa di cui è fatto il capitano. Che segna come se sulla maglia avesse il numero 9. Ma, in fin dei conti, il 9 non è altro che un 6 rovesciato.


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