FOCUS - Strakosha, un anno per diventare uomo: la Lazio, il Milan e i complimenti di Buffon
Fonte: Benedetta Orefice - Lalaziosiamonoi.it
Corsi e ricorsi storici. Con il destino a dipingere il quadro perfetto. I colori da mettere sulla tavolozza? Il bianco e il celeste, ovviamente. Ma anche il rosso e il nero. Come quelli del Milan. O dell’Albania? Sfondo rosso, aquila nera. Ah già, anche l’aquila. Un altro segno del destino. Nell’ultimo anno di Thomas Strakosha c’è tutto questo. La Lazio, la squadra di Montella e la Nazionale. 12 mesi da rivivere come in una galleria d’arte: 3 istantanee, quante ne bastano per non dimenticare proprio nulla. Come se poi fosse possibile…
MILAN, ANCORA TU? - La prima? Illuminata ovviamente dalle luci di San Siro. E’ il 20 settembre: Marchetti non ce la fa, il problema al polpaccio non gli permette di scendere in campo. Tocca a Strakosha difendere la porta laziale contro Bacca e compagni. Per l’esordio assoluto in Serie A. Quattro anni dopo la prima apparizione con la Lazio. Quella volta era la Primavera, questa la squadra… vera! Domenica, di nuovo il Milan. Ad un anno di distanza - giorno più, giorno meno - da quell’emozionante serata di fine settembre. Corsi e ricorsi storici, dicevamo. Con dei numeri niente male: 28 presenze tra campionato, Coppa Italia e Supercoppa italiana, 17 partite portate a casa, 8 volte la porta inviolata.
NUMERO UNO - L’etichetta di ‘vice-Marchetti’? Spazzata via insieme a quella di ‘promessa’. Una sicurezza ormai, dalle parti di Formello. Il numero uno della Lazio è lui: sorpasso compiuto, gerarchie scalate. Frutto di tanto lavoro in allenamento e parate miracolose in partita. Come quella su Dzeko nel derby di ritorno di Coppa Italia o, ancor più fondamentale, su Cuadrado nei primissimi istanti della Supercoppa. Chissà, se senza quella prodezza l’amico Murgia avrebbe trovato la stessa gloria. Dubbio lecito, con Strakosha in porta, però, tante certezze. Sul trofeo, poi, anche i suoi guantoni. Il primo con i grandi, il quarto da quando ‘gironzola’ per la Capitale.
AQUILOTTO SEMPRE - Che ‘sto pischelletto s’è fatto omo', però, l’hanno capito anche in Albania. Basta Fotaq... di papà. Ora è Thomas a prendersi la scena. E pazienza se l’aquila per una volta è quella pitturata di nero sullo sfondo rosso. Anche in Nazionale, un anno di gioie. L’esordio? Guarda caso, contro quell' Italia dove ormai lo stimano tutti. A partire da chi, con i guantoni sulle mani, è diventato leggenda. “Strakosha è davvero un buon portiere e meritava questo debutto. Alla Lazio sta giocando un ottimo calcio, si fa sempre trovare prontissimo”. Firmato: Buffon. Bisogna aggiungere altro?