.

FOCUS - Pazza idea Keita: Pioli studia un falso nueve per la Champions

di Francesco Bizzarri
Fonte: Francesco Bizzarri - Lalaziosiamonoi.it

La chiave tattica ce l’ha Pep Guardiola. Con il suo Barcellona ha aperto tutte le difese avversarie andando a vincere tutto. Ora Pioli gioca a fare il moderno. O almeno ci prova. Keita falso nueve è più di un’idea. Contro il Chievo Verona, Klose alza bandiera bianca al sessantesimo. Dentro il numero 14, che va a prendere la posizione del tedesco, come prima punta. All’arrembata finale partecipano tutti: roba che il nove andrebbe cercato con il radar, con Perea alla ricerca della spizzata da tripla. Ma i dubbi nascono per il match contro il Parma: Miro potrebbe non farcela, e allora si studiano le alternative d’attacco.

CHE STORIA - Messi è di un altro pianeta. E di falso, nei piedi, ha ben poco. L’unico falso nueve con il nome dell’argentino sulla maglia lo si può trovare alle bancarelle con il numero sbagliato. Al Barça ha il dieci e lode. Marton Bukovi era un omino in bianco e nero, allenatore del MTK Budapest degli anni 40 e 50. E la Lazio è entrata in questa particolare storia. Il tecnico perse il suo attaccante titolare, tale Norbert Höfling, approdato proprio a Roma. Iniziò a puntare su un esterno tutto brio e velocità. Peter Polas, divenne il primo falso attaccante della storia del calcio. E infatti, subito dopo, si conquistò anche quel numero da bomber vero.

IL NOVE D’AREA - Djordjevic ancora assente. Perea non convince. Keita, spagnolo, potrebbe ispirarsi ai miti connazionali. Senza una punta di ruolo, l’idea si accende nella mente di Pioli. Una sorta di 4-2-4. Intelligenza e personalità, fare gioco, saltare l’uomo e finalizzare. E dopo il calcio totale, che ha ispirato la Lazio bella e vittoriosa come l’Olanda di Cruijff, ecco un’altra chiave tattica. L’ex canterano, di filosofia tiki taka e roba varia ne capisce. Cerca il primo gol in campionato. Lo scorso anno, da esterno, ne segnò 6 tra Serie A ed Europa League e 9 assist. Mica male. Ora vuole provarci da punta vera: ha il fisico, non l’esperienza da goleador. Per quella serve tempo.

IL (FALSO) MAURI - Anche lui è ai box. Contro il Parma è più no che sì. E se girasse quel sei sulla maglia per diventare un nove? Uno falso appunto. Lo scorso anno Reja ebbe l’intuizione. Con un parco attaccanti in emergenza, il capitano parlò chiaro: “Mister voglio giocare più vicino alla porta”. Dopo i sei mesi di stop per la squalifica, Stefano risultò decisivo con 12 presenze, 4 gol e 2 assist. Resta un’alternativa dell’alternativa, ma lo spirito di sacrificio di certo non gli manca. Sperando in Klose, aspettando un Djordjevic in forma, c’è anche lui. La filosofia applicata al calcio, funziona? 
 


Show Player
Altre notizie
PUBBLICITÀ