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FOCUS - Lazio, ecco il G: il Dnipro perde pezzi, non entusiasmo. Il Saint-Etienne ha l'inferno dalla sua e il Rosenborg sta tornando...

di Marco Valerio Bava
Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it

Poteva andare meglio, ma anche molto peggio. Il sorteggio di Montecarlo accenna un timido sorriso alla Lazio di Pioli estratta per prima dall'urna due del “Grimaldi Forum”. Dnipro, Saint-Etienne e Rosenborg, ecco le avversarie che Klose e compagni troveranno sulla strada verso i sedicesimi di finale. Considerando le insidie Tottenham, Borussia Dortmund, Schalke 04 nell'urna uno e le mine vaganti Monaco e Fenerbahce in quella numero tre, ecco che la Lazio può ritenersi moderatamente soddisfatta dall'esito del sorteggio dell'edizione 15/16 dell'Europa League. Le mani di Ivan Dragutinovic, ex bandiera del Siviglia e due volte vincitore del torneo, hanno pescato discretamente. Ne sono consapevoli a Formello. Evitati gli avversari che avrebbero dato al girone G una connotazione da gruppo della morte. Lazio in seconda fascia, le teste di serie erano quasi tutte di grande livello. Il Borussia Dortmund di Tuchel era il pericolo principale, il mostro a tre teste dal quale girare a largo. La Lazio c'è riuscita, ha pescato il Dnipro finalista della scorsa edizione, ma anche orfano di Konoplyanka e Kalinic passati rispettivamente al Siviglia e alla Fiorentina. Dal pot numero tre è spuntato il Saint-Etienne, squadra talentuosa ma anche lunatica, come le sue stelle Hamouma, Monnet-Paquet e Bahebeck. Infine il Rosenborg, squadra di quarta fascia e dal blasone un po' malandato. I norvegesi non sono più la squadra che prendeva regolarmente parte alla Champions, ma sono stati capaci di eliminare la Steaua Bucarest nel playoff. Occhio al meteo: Ucraina e Norvegia non sono i posti più accessibili e comodi da questo punto di vista e il clima potrebbe diventare un fattore, soprattutto se la Lazio dovesse andare a giocare sui campi di Dnipro e Rosenborg da novembre in poi.

DNIPRO - A un passo dal miracolo, a un passo dal trionfo. Il 29 maggio 2015 resterà comunque scolpito nella storia del Dinpro Dnipropetrovsk, arrivato per la prima volta alla finale di una competizione europea. I gol di Bacca e Krychowiak mandarono in frantumi il sogno di alzare al cielo di Varsavia l'Europa League, ma la truppa di Miron Markevich è comunque entrata nella leggenda del club ucraino fondato nel 1925, che solo dopo la dissoluzione dell'URSS prese l'attuale nome ucraino, abbandonando il russo Dnepr. Rispetto alla squadra della passata stagione, vero incubo del Napoli, le novità sono soprattutto due. Hanno salutato Konoplyanka e Kalinic, cioè i due giocatori di maggior talento della rosa a disposizione di Markevich. Il primo, dopo essere stato vicino alla Roma, è approdato al Siviglia a parametro zero. Eh già, quoque tu, Jevhen Konoplyanka alla corte dei distruttori dei sogni del Dnipro. Ma il calcio è anche questo e dopo l'esterno destro, ecco che fare le valigie è toccato pure a Ivan Kalinic, numero 9 che è andato a rimpolpare il reparto avanzato della Fiorentina e a raccogliere la non pesantissima (dispiace dirlo) eredità di Mario Gomez. Due partenze e quattro arrivi: i nomi non sono altisonanti, ma qualcuno avrebbe scommesso sulla rosa del Dnipro 12 mesi fa? Dal Lille è arrivata l'ala destra costaricana John Jairo Ruiz, 21 anni, velocità e buona tecnica. Acquisti con propensione offensiva anche Danilo e Michel Babatunde acquistati dal Metalhur Dontesk e dal Volyo Lutsk. Il primo è un trequartista, il secondo un esterno mancino. Deve ricostruire Markevich, ripartendo dalle certezze. Il capitano Rotan è una di queste. Centrocampista abile con entrambi i piedi, sa essere letale da fermo e a 33 anni ha l'esperienza giusta per fare da chioccia ai giovani che affollano la rosa del Dnipro. In porta, con il numero 71 sulle spalle, Boyko è una sicurezza, per informazioni chiedere a Higuain. Douglas guida la difesa, è stato accostato alla Lazio, chissà che il mercato non cambi maglia a un protagonista del gruppo G. Davanti ci sono Seleznev -giustiziere del Napoli lo scorso anno in semifinale- e Bezus. Hanno rapidità e senso del gol, possono diventare insidiosi se le maglie della difesa si allargano lasciando spazi invitanti. Occhio anche a Roman Zozulya, 25 anni, ora fuori per infortunio. E' uno dei punti di forza della nazionale ucraina, ha fisico e resistenza, è un factotum dell'attacco, uno di quei giocatori che non mollano un centimetro e vedono pure la porta con buona facilità. Il Dnipro, dunque, è avversario da prendere con le molle, ma non insuperabile. Markevich ha appreso con sapienza la lezione italiana del “prima non prenderle”: si copre, non lascia spazi e poi colpisce in contropiede. Un atteggiamento tattico difficile da affrontare, soprattutto per una squadra come la Lazio che si esprime meglio a campo aperto, quando giocatori come Candreva e Felipe Anderson possono prendere velocità. 

FORMAZIONE – 4-4-1-1: Boyko; Luchkeych; Douglas; Gueye; Leo Matos; Matheus; Fedorchuk; Rotan; Babatunde; Danilo; Seleznev. All: Markevich

SAINT-ETIENNE – Se lo chiamano “Le Chaudron” e cioè il catino o ancora peggio “l'enfer vert” (l'inferno verde), un motivo ci sarà. Lo Stade Geoffroy-Guichard è uno dei più caldi d'Europa, 35.000 posti a spiovere sul terreno di gioco che diventano roventi quando in campo c'è il Saint-Etienne. Difficile giocare qui, difficile uscire dall'inferno verde con un risultato positivo e i timpani ancora nel pieno della loro funzionalità. Ci proveranno Klose e compagni, tenterà la Lazio che ha forse nei francesi l'avversario più complicato del girone. Quattro punti nelle prime tre giornate di Ligue 1 e due turni superati per raggiungere i gironi di Europa League (Tirgu Mures e Milsami Orhei battuti). La squadra di Christophe Galtier, nel corso del mercato, si è rinnovata e solo tempo e campo daranno la loro sentenza sulle scelte effettuate. Sono partiti Frank Tabanou terzino sinistro di buona corsa e Allan Saint-Maximin, ala destra acquistata dal Monaco e poi girata in prestito all'Hannover. Quest'ultimo, a 18 anni, è considerato uno dei migliori talenti del calcio francese, un prospetto di sicuro avvenire. Ma soprattutto ha salutato Max Gradel: 17 gol in 31 presenze nell'ultima Ligue 1 e approdato in Premier tra le file della neopromossa Bournemouth per 10 milioni di euro. Per sostituire Gradel, il Saint-Etienne ha bussato alla porta del PSG per Christophe Bahebeck, accostato pure alla Lazio a inizio giugno. Francese di origini camerunesi, seconda punta che può agire anche al centro dell'attacco senza imbarazzi, tanto talento ancora inespresso. Dal Cardiff è arrivato Theophile-Catherine, mentre l'erede di Tabanou è Benoit Assou-Ekotto svincolatosi dopo nove stagioni al Tottenham. Dal Lille ecco pure Nolan Roux, centravanti dal gol non proprio facile:10 in 34 presenze nell'ultima stagione. Ma l'acquisto più importante, come si dice in questi casi, è stato trattenere le due stelle della squadra: Romain Hamouma e Kevin Monnet-Paquet. Ala destra il primo, ala sinistra il secondo. Hamouma è un giocatore dal talento immenso, poco sostenuto dalla continuità vero, ma che nella partita secca può essere devastante, controlla e tocca la palla in velocità come pochi e il suo tiro è una minaccia costante per gli avversari. La sua stagione è partita benissimo, cinque gol in sei presenze tra campionato ed Europa League e la media di una rete ogni 88'. Caratteristiche simili ha Monnet-Paquet. Meno talento forse, ma più disciplina. A Galtier il compito di migliorare il risultato dello scorso anno: terzo posto nel girone alle spalle di Dnipro (guarda un po') e Inter. 

FORMAZIONE – 4-2-3-1: Ruffier; Theophile; Sall, Perrin; Assou-Ekotto; Lemoin; Celement; Hamouma; Cognet; Monnet-Paquet; Roux. All: Galtier

ROSENBORG – 22 titoli nazionali, nove coppe e una Supercoppa norvegese. Il Rosenborg è la squadra più titolata del Paese, la squadra di Norvegia con più partecipazioni alle coppe europee. Insomma, una delle nobili del calcio scandinavo, uno dei club più importanti del panorama nordico. Dal 1992 al 2004 sono arrivati 13 scudetti e 11 partecipazioni alla Champions tra il 1995 e il 2007. Memorabili le campagne europee delle stagioni '96-'97 e '99-00, quando il Rosenborg riuscì a superare i gironi di Champions e approdare alla seconda fase. Nobile sì, ma senza corona da troppo tempo. Il titolo non arriva dal 2010 e i soli due campionati vinti negli ultimi dieci anni stanno a evidenziare un periodo di transizione che, a Trondheim, sperano di interrompere già da quest'anno e i sette punti di vantaggio sulla seconda in classifica (lo Stabaek), a sette giornate dalla fine, lasciano ben sperare. L'Europa League è un'avventura da vivere fino in fondo: al playoff eliminata in scioltezza la Steaua Bucarest, prima fatte fuori Jelgava, Sligo Rovers e Karabukspor. Il valore della rosa sfiora i 19 milioni di euro e può vantare tra le sue fila otto nazionali: sei norvegesi e due islandesi. La stella è Morten Gamst Pedersen, 33 anni, esterno sinistro di centrocampo, 82 presenze e 17 gol con la maglia della Norvegia. E' soprannominato Van Gamsten, in onore al suo idolo Van Basten. Una carriera spesa soprattutto con la maglia dei Balckburn Rovers con i quali ha collezionato 349 presenze e 47 reti. Dietro comanda capitan Tore Reginiussen, 29 anni e 19 presenze con la nazionale norvegese. Non è il classico difensore scandinavo: ha fisico medio (181 cm x 75 kg) e buona velocità. Una parentesi nel Lecce nella stagione 2010-2011 senza, però, mai esordire in Serie A, prima di trasferirsi a gennaio al Tromso. Davanti attenzione ad Alexander Soderlund che, in questa stagione, pare aver trovato la sua consacrazione, con 19 gol in campionato sta trascinando il Rosenborg verso l'anelato ventitreesimo titolo. Pure per lui un'avventura in Italia con le maglie di Lanciano, Treviso e Lecco per un totale di sette presenze e zero gol. La sua spalla è Pal André Helland, 12 gol in 15 presenze, corsa e tecnica al servizio della punta centrale. Kare Ingebrigsten è l'allenatore, un cultore del 4-3-3 che sta riportando il Rosenborg ai fasti di un tempo. 

FORMAZIONE – 4-3-3: Hansen; Svensson; Eyjolfsson; Reginiussen; Dorsin; Jensen; Strandberg; Midtsjo; Helland; Soderlund; Mikkelsen. All: Ingebrigsten.


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