.

FOCUS - Il Re della giungla spezza il digiuno: Klose ritrova il gol in campionato dopo sette mesi

di Stefano Fiori
Fonte: Stefano Fiori - Lalaziosiamonoi.it

Si è avventato su quel pallone come un felino. Come un felino rimasto a digiuno da tempo. Troppo tempo, per lui, il Re della giungla. Klose ha puntato per primo la preda. Palla respinta corta da Gillet, occasione troppo ghiotta per rimanere ancora a stomaco vuoto. Radar acceso, occhi iniettati, un solo pensiero: buttarla dentro. Finalmente, di nuovo. Re Miro torna a esultare, congiunge di nuovo pollice e indice: tutto ok. Non segnava in campionato da sette mesi, precisamente 210 giorni: 30 marzo 2014, Lazio-Parma 3-2, rete del momentaneo 2-1. A onor del vero, il settimo gol contro il Bassano - nel match di Coppa Italia dello scorso 24 agosto - porta la sua firma. Ma nelle gare di un certo spessore, le sue polveri bagnate avevano creato un silenzio assordante. Lui, che in Brasile è salito sul trono dei bomber mondiali, sembrava aver smarrito il tocco magico. Quella dote innata, ce l'hai o non ce l'hai, che ti permette di trasformare in oro ogni minima chance. Contro il Toro ecco il 35° sigillo in Serie A (36esimo, per chi non rinuncia a pensare che l'autorete di Ferronetti, in un Lazio-Udinese del 2011, fosse opera sua). Un'astinenza interrotta dopo lunghe 15 giornate. Non era nuovo, il panzer, a periodi di magra così prolungati. Nell'arco del campionato 2012/13, complice l'infortunio al ginocchio, rimase a secco ben 18 giornate: da Lazio-Inter (17ª giornata) a Lazio-Bologna (35ª giornata), quando si scatenò in quelle cinque perle rimaste nella storia. Il precedente stop era durato 14 giornate, tra la 25ª giornata del campionato 2011/12 (Lazio-Fiorentina) alla seconda del 2012/13 (Lazio-Palermo). Ora l'ultimo digiuno è stato messo alle spalle. Miro è tornato a banchettare, a ricordare alle sue vittime chi è il cacciatore e chi la preda. Il feeling ripreso adesso va coltivato, mantenuto. Il killer d'area pregusta già la prossima zampata. Perché Klose è quel valore aggiunto che può davvero sospingere la Lazio di Pioli verso terreni di caccia finora inesplorati.


Show Player
Altre notizie
PUBBLICITÀ