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Diaconale: "Chi credeva di vincere facile s'è dovuto ricredere. Lazio, ora punta al terzo posto!"

di Francesco Tringali
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

Derby vinto e gioia dilagante. Ma fino a domenica, quando all'Olimpico arriverà il Napoli. Per analizzare il momento biancoceleste, i microfoni di Tmw Radio hanno raggiunto Arturo Diaconale, portavoce della società biancoceleste: "La doppia impresa ha visto vincere la Lazio, il merito di Inzaghi è stato quello di interpretare benissimo le due partite. La squadra è stata brava a seguire il suo allenatore con tanta umiltà, la Roma era convinta di stravincere le due partita e invece chi aveva preventivato di fare un sol boccone degli avversari si sono dovuti ricredere. Io Inzaghi lo conoscevo come giocatore e poco come allenatore. La sua qualità migliore è la professionalità, prepara e interpreta le partite al meglio. È uno dei pochi che capisce le gare in corsa, questa è una dote importante. Il nuovo Conte? Caratterialmente no, perchè Conte prepara i suoi giocatori con tanta tensione. Simone è uno molto calmo, ma dal punto di vista della professionalità si assomigliano". Sarà un ciclo molto lungo: "I ragazzi che sono cresciuti dentro la Lazio credo che adesso abbiano l'interesse di proseguire questo discorso in questa squadra. In teoria Simone Inzaghi potrebbe diventare determinante per la riconferma di alcuni calciatori, ma il cammino di ognuno di loro è fatto da tanti fattori: famiglia, ambizioni, procuratori. La presenza di Inzaghi è un elemento in più che può spingere a rimanere però è difficile qualora uno voglia andare via trattenerlo ad ogni costo. Dipende dal calciatore e dagli obiettivi che vuole perseguire, certo è che la Lazio oggi ha degli obiettivi importanti e chiunque ne abbia di importanti deve pensare di poterli perseguire con la Lazio". Infine sull'altra finalista: "Difficile fare previsioni, la Juve è forte di una vittoria che è difficile ribaltare, sarà comunque una bella finale per la Lazio. Al terzo posto invece la Lazio ci deve credere, ci sta provando, perché no?".


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