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Bilanci, accuse e veleni: storia di 550 milioni di debiti mai esistiti. E di una Lazio che non cresce più

di Alessandro Zappulla

Il bilancio della SS Lazio continua a tenere banco sul web e non solo. ‘La matematica non è un’opinione’ recitava un antico adagio, che faceva eco sui banchi di scuola, ma a quanto pare per il club biancoceleste non è così. Di ieri le parole del Direttore Amministrativo Marco Cavaliere: “Il presidente Claudio Lotito è intervenuto nell’aumento di capitale del 2004. C’erano 550 milioni di debiti…”. Una frase questa trita e ritrita, spesso sbandierata nei 12 anni di gestione Lotito dallo stesso presidente della Lazio per rimarcare ulteriormente le difficoltà in cui verteva il club nel 2004. Dichiarazioni che tuttavia già in passato hanno fatto inalberare e non poco l’ex patron Sergio Cragnotti. Tant’è vero che lo stesso presidente del secondo scudetto laziale rispose per le rime a Lotito, stanco di accuse a detta sua infondate. Oggi il portale sslaziofans.it, le ha riproposte prontamente, rafforzandole però con dati alla mano. Quel famigerato bilancio 2004, pubblicato per screditare definitivamente l’accusa ridondante di un buco economico ereditato da Lotito, di oltre 1000 miliardi di lire.  “I 500 milioni di euro, mille miliardi di lire di debito? Non sono mai esistiti,  - dichiara Cragnotti su sslaziofans.it - basta vedere il bilancio al 30 giugno del 2004. Anche perché Lotito, o chi per lui, parla sempre dei debiti, ma non parla mai dei crediti che vantava la Lazio e che qualcuno si è ritrovato in cassa. Lotito con i numeri ci gioca, mischiando miliardi di lire e milioni di euro. A lui piace fare così, ma i numeri veri sono scritti nero su bianco nei bilanci. E su quei numeri c’è poco da giocare, ma lui fa sempre così. La realtà poi, per dirla tutta, è che io non avevo nessuna mia azienda che prendeva soldi dalla Lazio, semmai avevo aziende come la Cirio che versavano soldi alla Lazio. E la vigilanza a Formello la faceva il personale della Lazio, mentre per la manutenzione del centro sportivo, la mensa e i servizi non spendevamo le cifre che ho letto negli ultimi bilanci”. Parole di Sergio Cragnotti, pronunciate senza nessuna vena polemica, spiega Stefano Greco sul suo portale, raccolte in una cena fra tanta gente laziale ed oggi riproposte per fotografare definitivamente la situazione in essere circa 12 anni fa.

Eccolo dunque quel bilancio al 30.6.2004

http://syndication.teleborsa.it/Nis/NisViewer.ashx?file=8385.pdf&year=2004&filetype=documenti

“E, come aveva detto Cragnotti – prosegue il pezzo redatto da Stefano Greco - non c’è traccia dei 500 milioni di euro di debiti, di cui parla sempre Lotito e di cui ha parlato ieri Marco Cavaliere, facendo lievitare la cifra fino a 550 milioni di euro. Invece, come aveva detto Cragnotti, c’è traccia di 103,647 milioni di euro di crediti. Di questi oltre 56 milioni di euro relativi alle cifre ancora da incassare (pag. 58-59 del bilancio) per la vendita dei vari Veron, Nedved, Nesta, Crespo, Stam e Stankovic; più 37 milioni di crediti verso il Gruppo Cirio (a dimostrazione che le aziende di Cragnotti versavano e non prelevavano soldi dalla Lazio), parte dei quali hanno poi portato all’acquisto a prezzo da saldo avvenuto qualche anno fa del palazzo di Via Valenziani. Pagato 7,5 milioni di euro, non i 22 di cui ha parlato ieri Cavaliere…”

Ed ora veniamo all’elenco dei debiti della Lazio al 30.6.2004, riportati a pag. 66-70 del bilancio: 20,716 milioni con le banche; 48,695 milioni con “altri finanziatori”; circa 5 milioni per “acconti ricevuti”; 13,303 milioni con i fornitori; 151,375 milioni con l’Erario; 60,146 milioni di euro con tesserati (piano Baraldi), procuratori e altro; 27,184 di euro con club stranieri. Insomma, certo non rose e fiori, ma siamo a 326 milioni di euro, che scorporati i 104 milioni di crediti di cui ho accennato prima, portano a 222 milioni di euro di buco.

“Assai lontani dunque, - prosegue Greco - dai 500 milioni di cui ha sempre parlato Lotito e ancora di più dai 550 di cui ha parlato ieri Cavaliere. E, soprattutto, quasi la metà sono relativi a quel debito con l’Erario (oltre 151 milioni di euro) di cui restano da pagare ancora circa 52 milioni di euro. Che uniti agli altri debiti portano al totale di 124,28 milioni di euro di indebitamento attuale della Lazio, come riportato a pagina 6 e 7 della semestrale al 31.12.2015. Ergo, di buco vero e proprio dal 2004 sono stati ripianati poco più di 97 milioni di euro. Una cifra enorme, sia chiaro, ma lontana anni da quello che si è raccontato e favoleggiato in questi anni. E non certo un miracolo se si calcola che in questi undici anni, la Lazio ha incassato oltre 550 milioni di euro solo dai diritti tv. E che 40 milioni di euro sono finiti nelle casse delle aziende di Lotito, le famigerate “parti correlate”, che nel 2004 non esistevano…”

Clima cupo, che continua ad alimentare la spirale negativa dei veleni. La Lazio sul campo ha già alzato bandiera bianca su quasi ogni obiettivo stagionale e il futuro dettato dai numeri non lascia parecchi spiragli alle speranze. Non si parla ovviamente di pericoli legati alla sussistenza del club, né tantomeno di una crisi tale da minare la stabilità in borsa. Il punto è che con questo trend le cessioni illustri appaiono l’unica via a disposizione della società per ripianare il deficit di bilancio della SS Lazio. A meno che il presidente Claudio Lotito non decida finalmente di porre mano al portafogli attuando un aumento di capitale, tale da rilanciare l’intera struttura. La premura di un ambiente coincide con l’aspettativa di crescita da troppo tempo accantonata. Servirebbe ripartire dal parco giocatori, rinnovandolo e rinforzandolo degnamente. Servirebbe parlare di stadio della Lazio, da costruire a Roma per primi, senza aspettare passivamente il realizzarsi dei sogni altrui. Occorrerebbe riaccendere l’entusiasmo con un prospetto di crescita che vada al di la della decantata Academy ancora praticamente su carta. Serve parlare di Lazio oggi con prospettiva e ottimismo, senza rischiare di doverne parlare al passato domani…


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