All'Olimpico va in scena il "Ballo dei debuttanti", con il Bassano Virtus finisce in goleada
Fonte: Matteo Vana - Lalaziosiamonoi.it
Basta un tempo – il secondo – alla Lazio per liquidare la pratica Bassano Virtus: 7 gol, una superiorità apparsa fin troppo netta, la stagione dei biancocelesti comincia con il botto. Nella prima frazione gli uomini di mister Pioli costruiscono senza riuscire a violare la porta giallorossa, poi nella seconda frazione demoliscono gli avversari. Apre le marcature Candreva, 30 secondi dopo il suo ingresso, poi Keita – doppietta per lui, da vedere e rivedere la seconda rete – e De Vrij chiudono la pratica con largo anticipo. La goleada è completata dalle reti di Parolo e Basta, entrambi esordienti e dalla rete del protagonista più atteso, quel Miro Klose alla prima da Campione del Mondo all’Olimpico.
FORMAZIONI – Pioli schiera la Lazio titolare: Marchetti da forfait all’ultimo, in campo va Berisha. Difesa composta da Radu, De Vrij, Cana e Basta, mediana con Parolo, Ledesma e Lulic. Terzetto offensivo formato da Keita, Felipe Anderson e Djordjevic. Bassano Virtus in campo con il 4-3-3, modulo speculare rispetto alla Lazio in cui spicca il talento di Iocolano.
PRIMO TEMPO – Scende in campo la Lazio, c’è una Coppa Italia da onorare. Di fronte il Bassano Virtus che ha eliminato il Livorno. Biancocelesti con il lutto al braccio, la scomparsa di Aldo Donati ha scosso tutto il mondo laziale. Ritmi blandi, nei primi minuti non succede nulla, eccezion fatta per una entrata di Cana che rimedia il primo cartellino giallo del match. Con lo scorrere del tempo cresce la Lazio, gli uomini di Pioli aumentano i giri del motore e cominciano ad arrivare i pericoli per la porta di Rossi: prima Keita, imbeccato da un preciso cross di Basta, spara alto da posizione favorevole, poi Felipe Anderson ci prova con una punizione tagliata, ma nessun compagno si fa trovare pronto all’appuntamento con il gol. Sono le due giovani aquile a monopolizzare la manovra offensiva, Keita riesce anche a trovare la rete del vantaggio, ma l’arbitro annulla per un fallo dello stesso attaccante su Toninelli. E’ un monologo biancoceleste, il Bassano si rintana nella propria metà campo. Non passano neanche 5 minuti che la Lazio ci riprova: “solito” trenino laziale su calcio d’angolo, i biancocelesti dimostrano di aver assimilato gli schemi di Pioli, ma il colpo di testa di Cana è troppo debole per impensierire l’estremo difensore giallorosso. Gli ultimi minuti della prima frazione sono a forti tinte biancocelesti, ancora Keita e Felipe Anderson protagonisti. Dai piedi del brasiliano arrivano i maggiori pericoli: suo il calcio d’angolo che permette a Cana di battere a rete a colpo sicuro, ma Rossi è prodigioso nella deviazione, suo il corner che per poco non inganna lo stesso portiere giallorosso. Lo stadio apprezza, qualcuno ripensa alla prodezza di Veron contro il Verona nell’anno dello scudetto, ma la sorte – e i piedi – non sono gli stessi. Nonostante i ripetuti tentativi la prima frazione termina a reti inviolate, qualche fischio si leva dalle tribune dell’impianto capitolino.
SECONDO TEMPO – Subito un cambio per mister Pioli: fuori un positivo Felipe Anderson, dentro Antonio Candreva. E l’esterno di Tor de’ Cenci dimostra subito perché le grandi squadre d’Europa fanno a gara per accaparrarselo: palla a Keita, velo di Parolo e proprio Candreva, liberissimo, buca Rossi con un destro potente e preciso che vale l’1-0 biancoceleste. Il vantaggio laziale cambia il volto del match, il Bassano Virtus si scopre e solo un super De Vrij, appostato sulla linea di porta evita il pareggio dei giallorossi. Il pericolo corso sveglia la Lazio che nel giro di 6 minuti chiude la pratica. Prima Keita, uno dei migliori in campo, sfrutta una palla che balla in area scaricando un destro terrificante alle spalle dell’incolpevole portiere avversario, poi è De Vrij, da bomber d’area di rigore, ad insaccare a due passi dalla linea di porta, dimostrando che i gol al Mondiale non erano solo frutto del caso. Sul 3-0 la partita diventa una formalità, ma i tifosi accorsi allo stadio – pochi per la verità – hanno ancora il tempo di gustarsi lo spettacolo offerto da uno dei giocatori di maggior tasso tecnico di questa squadra, Keita Balde Diao. Al minuto 69 il numero 14 si prende la scena: Parolo mette dentro, l’attaccante spagnolo controlla con l’esterno destro, guarda il portiere che accenna l’uscita e lo fredda con un pallonetto delizioso che termina la sua corsa in fondo al sacco. Poker biancoceleste, Keita sugli scudi. Fa il suo ingresso in campo anche Klose, l’Olimpico lo omaggia con l’ovazione che merita un Campione del Mondo. Sembra finita, ma c’è ancora tempo per la rete all’esordio di Parolo che sfrutta una ribattuta di Rossi per timbrare la sua prima rete con l’aquila sul petto. Tra gli esordienti in campo, però, c’è anche Dusan Basta che ci tiene a non essere da meno rispetto ai suoi compagni e timbra il cartellino con un destro dalla distanza. Per far si che la festa sia completa manca ancora qualcosa, la famosa ciliegina sulla torta che incornicia l’opera perfetta. A metterla ci pensa Miro Klose, il protagonista più atteso che, proprio allo scadere, firma il 7-0 che chiude il match.