RIVIVI IL LIVE - Premio Scopigno, Inzaghi: "Dobbiamo rimanere in alto". Tare: "È la squadra che ho sempre sognato"

Pubblicato alle ore 18.00
03.10.2017 07:17 di Laura Castellani Twitter:    vedi letture
Fonte: Dal nostro inviato Alessandro Vittori
RIVIVI IL LIVE - Premio Scopigno, Inzaghi: "Dobbiamo rimanere in alto". Tare: "È la squadra che ho sempre sognato"

AGGIORNAMENTO ORE 20.30 - Ad Amatrice termina l'evento dedicato al Premio Manlio Scopigno. Tante le personalità intervenute per ricevere il premio. Non potevano mancare Simone Inzaghi e Igli Tare: la Lazio raccoglie premi oltre che applausi. 

AGGIORNAMENTO ORE 20.00 - Ha preso la parola ancora il diesse biancoceleste in occasione della premiazione: "Sono 13 anni alla Lazio. E' inevitabile essere laziali dentro. E' come un virus che ti entra dentro, non te ne accorgi. Ma è una società gloriosa, con una storia. Tante critiche anzitempo e poi le scuse? Capita anche dall'altra parte, penso sia nel DNA di questa città. Ma serve il lavoro e la voglia di aspettare. Quando si è convinti delle proprie scelte, i risultati vengono da sé. Siamo andati avanti per la nostra strada tra difficoltà. E sono felice di ricevere un premio così prestigioso, di vivere un momento così felice con tante persone che tornano allo stadio dopo anni difficili. Questo mi riempie di orgoglio. Difficoltà nel carpire le notizie di mercato della Lazio? Rispetto molto il lavoro dei giornalisti ma nello stesso momento diventa una difficoltà in più il circolare di notizie, specialmente in fase di mercato. Abbiamo costruito un muro alto per proteggerci dalle critiche. Luis Alberto? Lo seguivo per caso, tre anni fa, quando ero concentrato su Lucas Perez. Mi sono accorto di questo giocatore importante, giovane con una storia difficile. Quando abbiamo avuto l'occasione di prenderlo lo abbiamo portato a Roma. Ci è voluto tempo, ma grazie al lavoro di Inzaghi, molto bravo ad aspettarlo e sostenerlo, è diventato un giocatore importante"

AGGIORNAMENTO ORE 19.45 - Chiamato sul palco per ricevere il premio, Inzaghi ha commentato ancora il periodo partendo dalla sfida con il Sassuolo: "Il primo tempo abbiamo avuto più difficoltà, non eravamo partiti male ma poi abbiamo preso un gol su rigore che si poteva evitare. Non ci siamo disuniti, siamo rimasti in partita e abbiamo pareggiato. Magari potevamo avere problemi a livello fisico visto che era la settima partita in ventuno giorni e invece siamo andati in crescendo. L’anno scorso abbiamo fatto molto bene, siamo finiti quinti in campionato e abbiamo perso il posto all’ultima giornata con l’Atalanta dopo aver perso la finale di Coppa Italia. Quest’anno siamo ripartiti senza Biglia, Keita e Hoedt e magari c’era qualche apprensione in me, ma sapevo che la società avrebbe fatto di tutto per accontentarmi sostituendo chi era partito. Ora è normale che si parli di più della Lazio, prima mi dispiaceva che non si facesse. Ora avremo sette mesi davanti difficili perché avremo anche l’Europa League e il tempo a disposizione sarà diverso dall’anno scorso per allenarsi. Le nostre concorrenti hanno investito molto e si sono rinforzate. Il desiderio è stare in alto, ma sappiamo che per noi quest’anno sarà tutto più difficile. L’Atalanta ieri ha fatto una grande partita. Con la Juventus avremmo potuto fare meglio lì da loro nelle volte passate, dovremo fare qualcosa di straordinario come in Supercoppa". Poi sui tifosi allo stadio: “Nella partita contro il Palermo c’erano più di 45.000 persone allo stadio ed è stato bellissimo vederlo così pieno, un motivo di grandissimo orgoglio. C’erano tantissimi bambini e molte famiglie come ai miei tempi, quando si vincevano scudetti e trofei importanti. Sinceramente ieri dopo i risultati ottenuti in queste prime partite mi aspettavo qualche spettatore in più, ma qualcuno mi ha detto che ieri si prevedeva ancora brutto tempo e probabilmente qualcuno è rimasto a casa. La curva come al solito ha fatto sentire il suo appoggio ed era praticamente esaurita. Negli altri settori, considerando che si giocava domenica alle 15.00, probabilmente si doveva e poteva fare meglio”. Infine sul futuro della Lazio: "Lo scudetto è un sogno. Ce l’ho fatta da giocatore e vorrei fare lo stesso da allenatore, ma bisogna essere obiettivi. Per me è molto difficile che si possa vedere un Leicester in Italia perché la Juventus in questo momento è davanti a tutte, ha uno stadio proprio, ha alti livelli anche nel marketing. Bisogna pensare a crescere, quando ogni squadra avrà il suo stadio e i ricavi saranno uguali, allora si potrà avere un caso Leicester”.

AGGIORNAMENTO ORE 19.05 - Poi è Igli Tare a fermarsi ai microfoni dei cronisti presenti ad Amatrice: “La cosa più importante quest’anno è che la gente che sta allo stadio cerca di essere il dodicesimo uomo in campo e questo mi fa molto piacere. Secondo me si può migliorare ancora tanto e mi auguro che dalla prossima partita ci possano essere sempre più tifosi presenti". Poi su Inzaghi e sul gruppo: "Per quanto riguarda Simone, conosce bene la società e cerca di insegnare il più possibile ai giocatori dentro e fuori dal campo. Finalmente ho raggiunto quella squadra che ho sempre sognato di avere, perché c’è un grande senso di appartenenza, tutti remano nella stessa direzione, soprattutto i giocatori più grandi che devono dare la linea guida in campo e questo è un elemento essenziale. Ci sono una serie di elementi importanti, il lavoro e la volontà di far bene. Lo stesso Nani ha detto di esser consapevole di giocare in una squadra con una grande storia e importante. È un bel segnale quando giocatori del suo livello dicono queste cose". Sulle presenze dei tifosi allo stadio: "Non so spiegarmi perché allo stadio non vengono mai in tanti, ma so che specialmente ora che la squadra fa bene sarebbe bello che venissero in molti. Adesso è il momento di rimanere con i piedi per terra e di capire fra sei mesi a cosa possiamo puntare". Un riconoscimento che omaggia Inzaghi e Tare, oggi ad Amatrice: "Il premio va dato alla squadra, fino adesso hanno fatto un lavoro eccezionale. Siamo sulla buona strada, dobbiamo continuare così. Per me è fondamentale che la gente capisca che è importante dare credito e tempo ai giocatori che arrivano, soprattutto agli stranieri, perché per loro è essenziale entrare nel meccanismo italiano, imparare la lingua e la mentalità. Qualcuno ci riesce da subito, qualcuno ha bisogno di più tempo, ma dobbiamo essere bravi noi ad aspettarli. Già a gennaio scorso avevo parlato con Luis Alberto e i suoi agenti e gli avevo spiegato che avrebbe trovato la sua strada con la Lazio e che qui avrebbe avuto modo di mostrare ciò che è capace di fare. All’inizio aveva avuto qualche difficoltà e poi verso la fine della stagione era entrato bene nei meccanismi della squadra e poi da quest’anno è diventato un punto di riferimento. Il merito di questi successi è di tutti, già due mesi fa ero convinto che questa sarebbe stata un’ottima squadra e che avrebbe raggiunto traguardi importanti”.

AGGIORNAMENTO ORE 18.35 - Simone Inzaghi è intervenuto ai microfoni dei cronisti presenti: "Mi sembra un po’ presto per dire se la Lazio raggiungerà o meno il quarto posto, la squadra deve rimanere in alto come lo è stata l’anno scorso. Sicuramente le nostre concorrenti si sono rinforzate tantissimo, inizialmente avevano altri obiettivi, però noi siamo partiti bene e voglia confermarci. Ieri ho visto la partita della Juventus, giocare con l’Atalanta non è mai semplice, poi ieri ha fatto una buonissima gara. Anche la Juventus credo che abbia fatto bene, probabilmente con il rigore di Dybala avrebbe potuto vincere la partita. Sarà una gara difficilissima, poi soprattutto giocarla nel loro stadio non sarà facile, però cercheremo di fare una buona gara e il massimo che possiamo. Abbiamo avuto tante difficoltà, dopo la partita contro il Napoli avevamo ancora tre partite molto importanti e complicate, ma le abbiamo affrontate nel migliore dei modi. Ho sperimentato giocatori in ruoli non loro, ma ero sicuro che avrei ottenuto ottime risposte. Sono giocatori che se sono alla Lazio è perché li ho voluti tenere e meritano di esserci. Felipe Ramos l’anno scorso a Salerno ha giocato molto poco, ma quando l’ha fatto mi è sembrato dotato di buone caratteristiche. Poi si è allenato nel migliore dei modi e ha dimostrato di avere tanta voglia di far bene assieme ai suoi compagni”.

AGGIORNAMENTO ORE 18.20 - Parola agli altri premiati. Stefano Vecchi, nominato 'Miglior allenatore del settore giovanile': “L’ambizione di tutti è di arrivare più in alto possibile, adesso sono onorato di allenare la primavera dell’Inter, poi se capiteranno altre occasioni sono pronto ad accettare le sfide. Inzaghi? Abbiamo giocato insieme, fatto il corso, è un esempio sicuramente. Secondo me non se ne sono ancora accorti che la Lazio, pur avendo un buon organico, c'è un allenatore così importante come simone. Spero che li snobbino ancora, perché secondo me possono essere competitivi a massimo livello”. Poi è Maurizio Costanzi a intervenire: “L’Atalanta storicamente ha sempre investito nel settore giovanile e ultimamente con gli ottimi risultati ottenuti sta aumentando gli investimenti. La proprietà di Percassi per tradizione e per genetica bergamasca ci tiene tantissimo a portare avanti questo progetto. Puntiamo molto sullo scouting e sulle strutture dedicate ai settori giovanili. Siamo stati contenti di aver aderito l’anno scorso ad aiutare la città di Amatrice”. Premiato anche Leonardo Semplici, 'Miglior allenatore della Serie B': "Ci sono molti allenatori toscani ai vertici della classifica. Noi toscani non siamo mai contenti, vogliamo sempre fare meglio. Credo che questa sia la caratteristica di ogni allenatore, ma forse quelli toscani hanno uno stimolo in più. Quest’anno ci siamo inoltrati in questa nuova realtà, forse abbiamo pagato qualche ingenuità di troppo. Stiamo dimostrando di poter dare filo da torcere a tutti, molti ci danno già per retrocessi, ma dimostreremo che la Spal è tornata per rimanere. Con la Lazio abbiamo fatto un’ottima partita, che ci ha dato molta autostima, dobbiamo continuare così”. Infine è intervenuto il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, ecco le sue parole: “Oggi la situazione è molto diversa dal passato, ho una squadra che è stata ferita e ho tanti avversari: la burocrazia e spesso la politica, che a volte vuole strumentalizzare una difficoltà vera. Voglio ringraziare tutte le società che ci hanno aiutato, le piccole e le medie più delle grandi. La curva della Sampdoria per Amatrice ha raccolto più soldi che per l’alluvione di Genova. I tifosi dell’Atalanta e della Lazio ci hanno aiutato tantissimo. Tutto il mondo ci è stato vicino. Sono orgoglioso di aver fatto parte di questo sport in passato, perché mi ha dato tanto. Il fatto che adesso il campo sportivo abbia di nuovo la luce per me è un passo importante, sarà di nuovo a disposizione della comunità. Dovremo essere capaci come squadra di camminare sulle nostre gambe e in base alla strada che faremo in questo periodo vedremo dove arrivare. Stiamo cercando di ripartire forti, pronti e orgogliosi. Dobbiamo prendere insegnamento dalla grande solidarietà degli italiani. Quindi faccio un appello ai ragazzi: seguite il mister. La nostra sarà una comunità che avrà sicuramente un futuro”.

La giuria del ‘Premio Manlio Scopigno’ ha scelto Simone Inzaghi e Igli Tare rispettivamente come ‘Miglior allenatore della Serie A’ e ‘Manager of the year’. Per il tecnico biancoceleste una bella soddisfazione che si somma a quella del 2015 quando venne premiato come ‘Miglior allenatore del settore giovanile’. Per il ds Tare invece è una prima volta, visto che nel 2013 a vincere lo stesso premio fu il presidente Lotito. Per quanto riguarda gli altri riconoscimenti Leonardo Semplici (Spal) ‘Miglior allenatore della Serie B’, Antonio Percassi (Atalanta) ‘Presidente dell’anno’, Maurizio Costanzi (Atalanta) ‘Miglior direttore del settore giovanile’, Stefano Vecchi ‘Miglior allenatore del settore giovanile’. La cerimonia di consegna si svolge ad Amatrice. I premi sono stati decisi dalla giuria composta dai giornalisti Gianni Mura, Roberto Beccantini, Xavier Jacobelli, Michele Criscitiello, Stefano Agresti, Pierluigi Pardo e Alfredo Pedullà, da ex giocatori come Felice Pulici e Marco Amelia e dal tecnico nonché sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, oltre che da Fabrizio Formichetti, numero uno della Scopigno Cup.