PRIMAVERA - Bonatti: "Possiamo essere protagonisti, ma dobbiamo capire chi vogliamo diventare"

Pubblicato il 07/03 alle 17.35
08.03.2017 07:15 di Daniele Rocca Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
PRIMAVERA - Bonatti: "Possiamo essere protagonisti, ma dobbiamo capire chi vogliamo diventare"

Mezzo passo falso, niente di preoccupante per la Primavera della Lazio. C'è ancora l'amaro in bocca per aver gettato alle ortiche il doppio vantaggio con il Vicenza - e ci mancherebbe altro - ma si guarda già al prossimo impegno. Ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3 è intervenuto il mister della Primavera, Andrea Bonatti, fermato per un turno dal giudice sportivo: "Il record di vittorie consecutive era già stato acquisito, siamo rammaricati perché avevamo messo in campo la miglior prestazione dell’anno, ma non siamo riusciti a concretizzare le occasioni da gol avute. Abbiamo preso gol su palla inattiva dopo 16 gare nelle quali non ne subivamo. Siamo migliorati sull’espressione qualitativa del gioco e non dobbiamo perdere la nostra identità a seguito di questo pareggio".

OBIETTIVI - Tutto dipende da chi vogliamo diventare. Se vogliamo continuare ad esser protagonisti non possiamo permetterci cali di concentrazione, se ci accontentiamo di esser migliorati allora potrebbe andarci bene così. Negli occhi dei miei ragazzi ho visto la rabbia di aver perso due punti e tutti vogliamo essere protagonisti fino in fondo.

IL MATCH COL VICENZA - Nella legge dello sport ci sta di manifestare le emozioni, se il Vicenza lo ha fatto lo prendiamo come un attestato di stima. Queste manifestazioni devono rimanere nei limiti. Il segreto è l’ambizione di migliorarsi per conseguire obiettivi sempre migliori. Volevo un salto di quantità sullo spessore delle prestazioni in fase di possesso. Abbiamo dei contenuti di gioco e la gara di Vicenza lo ha testimoniato. Abbiamo espresso gioco in velocità e la squadra vuole continuare a migliorarsi.

IL GRUPPO - Per me la soddisfazione principale sta nel fatto che chiunque giochi sa cosa fare sul terreno di gioco. Anche se vinciamo, nella gara successiva effettuo sempre dei cambi e, nel collettivo, ci sono crescite continue. Chiunque può giocarsi il posto. Io sono uno strumento per i ragazzi, insegno a quest’ultimi il massimo che posso riguardo i contenuti calcistici. Vedere che applicano i miei dettami in maniera sempre più qualitativa è motivo per me di grande orgoglio. Mi mancano i due punti di Vicenza, questo mi dà un po’ fastidio.

I CONTI TORNANO - Il conteggio più rappresentativo da fare è il confronto con i punti raccolti nel girone d’andata: sono 5 i punti raccolti in più in quello di ritorno. Questo ci fa capire quanto siamo migliorati nell’arco di un girone. Nel prossimo turno mi aspetto una gara molto difficile. Il Cesena è una squadra che ha valori, il centrocampo è molto tecnico e gli esterni sono molto propositivi. Peccano un po’ sulla velocità della linea difensiva. Cambio la mia squadra in base a molti fattori: quando faccio le mie scelte non guardo al passato, ma alle prestazioni delle partite precedenti. In base anche agli allenamenti faccio le mie considerazioni.

I SINGOLI - L’unica certezza è che tutti hanno dimostrato di poter giocare in posizioni di campo differenti e questo aggiunge a loro una completezza utile per intraprendere con più valore un percorso professionistico. Potendo essere utile alla causa in diverse posizioni di campo i miei calciatori possono essere più spendibili. Se manifestassi la formazione, i calciatori non impiegati calerebbero di attenzione. Bezziccheri è dotato di un’intelligenza calcistica notevole e questo mi permette di spostarlo in campo senza variare la sua qualità di gioco. Pretendo molto da tutti, Al Hassan è un ragazzo che ha grandi qualità e credo che sia mio compito quello di coltivare le sue doti. Pecca di concentrazione, ma ci stiamo lavorando. Deve fare di più, in questo mestiere non c’è mai abbastanza tempo. In base alle caratteristiche degli avversari si sceglie la strategia più adatta per il match”.