FINAL EIGHT PRIMAVERA - Lazio, il sogno svanisce subito: altro derby rovinoso e semifinale alla Roma

Pubblicato il 5 giugno alle ore 22:35
06.06.2017 07:26 di  Gabriele Candelori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Gabriele Candelori - Lalaziosiamonoi.it
FINAL EIGHT PRIMAVERA - Lazio, il sogno svanisce subito: altro derby rovinoso e semifinale alla Roma

PARMA - Cala il sipario sulla stagione della Lazio. Con la Roma niente riscatto, al ‘Tardini’ arriva un’altra batosta. Stesso risultato del Tre Fontane. Troppo grande il divario tecnico tra le due squadre. Anche se resta il rammarico per una partita giocata oltre 70 minuti in inferiorità numerica. Nessuno potrà dire cosa sarebbe cambiato, resterà il grande dubbio del derby Final Eight. La squadra di De Rossi lo porta comunque a casa con merito. Due reti nel primo tempo, tre nel secondo. La tripletta del solito Soleri e i gol di Tumminello e Antonucci. A sfidare in semifinale l’Inter, vittorioso contro il Chievo, saranno i giallorossi.

COME DA PREVISIONI - Nessuna novità nello schieramento della Lazio. Bonatti conferma le scelte della vigilia. Javorcic resta a Roma per la distorsione alla caviglia rimediata contro la Spal. Davanti ad Adamonis la difesa titolare. Folorunsho è il grande escluso, il tecnico biancoceleste preferisce le geometrie e la tecnica di Abukar e Cardoselli. Davanti ancora Bari a supporto di capitan Rossi. Dall’altra parte assenti Marchizza (con l’Italia Under 20) e gli infortunati Pellegrini e Keba. Antonucci è il trequartista dietro la temibile coppia Soleri-Tumminello. Insieme per i due attaccanti di De Rossi oltre 60 reti.

SUBITO COMPROMESSA - Il ‘Tardini’ per continuare a credere in un sogno. Parma la tappa per scrivere un’altra pagina di storia. Sulla strada che porta alla finale di Reggio Emilia. Il secondo derby stagionale coincide con i quarti di finale delle Final Eight. Spirito di rivalsa e voglia di dimostrare i progressi fatti rispetto all’ultimo incrocio in Coppa Italia. Nel primo tempo c’è poco spazio per la tattica. Grande aggressività e subito ritmi alti. Ma quella giallorossa è una montagna che diventa subito impervia da scalare. Basta poco meno di un minuto. Il tempo che passa tra le due ammonizioni rimediate da Cardoselli. Sulla trattenuta in area non serve neanche la Var. E pensare che il centrocampista biancoceleste aveva sfiorato subito il vantaggio. Il grande intervento di Adamonis sul rigore di Anocic è una gioia effimera. Bonatti, in giacca e cravatta per la grande occasione, non ha neanche voglia di esultare. Scuote la testa e continua a lamentarsi col quarto uomo. Non riesce a credere di doversela giocare ancora con l’uomo in meno. A dicembre era stato Rossi, stavolta Cardoselli. Che lascia il campo quasi in lacrime. Il successivo uno-due di Tumminello e Soleri è una mazzata che fa correre subito la mente al Tre Fontane. La Lazio sognava una notte diversa. Si aspettava una partita diversa. Basta un cartellino rosso a portar via qualsiasi pensiero.

UN’ALTRA GOLEADA - La Roma sembra in pieno controllo. Non inganni la mancata qualificazione diretta per l’Emilia Romagna. Quella di De Rossi è una corazzata capace di vincere tutto. Leziosa ma micidiale. Anche nella ripresa mette in mostra tutto il suo potenziale. Le Final Eight sono anche l’occasione per testare la Video Assistant Referee. La Lazio, in una serata in cui tutto sembra girare storto, la sperimenta sulla sua pelle. Il guardalinee annulla per fuorigioco il tris di Soleri. Adamonis si prepara il rinvio, poi il fischio improvviso. Un attimo di perplessità, prima dell’esultanza. La tecnologia segna il progresso dei tempi anche nel calcio italiano. La partita di fatto finisce qui. Insieme alla stagione della Lazio. Ci sarà anche il tempo per il poker di Antonucci e la tripletta personale di Soleri a mettere il sigillo sulla stracittadina. Che spezza anche il dominio laziale alle finali maturato negli ultimi cinque anni. Un’annata che resta comunque da applausi, nonostante l’epilogo più amaro possibile. Essere arrivati a Parma in anno che doveva essere di transizione deve essere motivo d’orgoglio per la squadra di Bonatti. Nessuno se lo sarebbe aspettato, Rossi e compagni se lo sono invece conquistati sul campo con un campionato di vertice.