Pioli al lavoro: condizione fisica da migliorare, stimoli e tenuta difensiva da ritrovare. Per tornare in alto

03.09.2015 08:48 di  Matteo Botti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Matteo Botti - Lalaziosiamonoi.it
Pioli al lavoro: condizione fisica da migliorare, stimoli e tenuta difensiva da ritrovare. Per tornare in alto
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Falsa partenza Lazio. Sconfitte dolorose negli appuntamenti cruciali. I biancocelesti contano di uscire al più presto dalla crisi, Pioli ha già la cura adatta, stando a quanto riporta il Corriere dello Sport in data odierna. Il gruppo capitolino si è ritrovata dopo la debacle del Bentegodi martedì pomeriggio, ieri ha proseguito con una doppia seduta. Migliorare la condizione fisica è diktat imprescindibile per evitare altre magre figure e per aumentare i giri in vista di una stagione comunque probante, nonostante il declassamento in Europa League. Il ritardo di condizione, abbinato agli infortuni che hanno fermato al palo uomini importanti nell’economia della scacchiera dell’Aquila, ha pesato non poco. La permanenza a Shangai, al principio di agosto, ha alterato i programmi e costretto ad un mini ritiro nel Cadore. Pioli aveva preventivato difficoltà nel primo periodo, ha dovuto lavorare più sulla brillantezza che sulla tenuta, dato l’avvicinarsi della doppia sfida contro il Bayer. Rispetto alla sua prima avventura in biancoceleste, il tecnico di comune accordo con il proprio staff ha deciso di ridurre i carichi di lavoro del 10/15%. La sosta per gli impegni delle nazionali, in questo senso, scende come manna dal cielo. Permetterà a Mauri e a Matri di essere pronti per il prossimo appuntamento di campionato. Gli infortunati (Marchetti, Biglia, Djordjevic e Klose) procedono invece verso il reintegro in gruppo. La Lazio ha bisogno di ricomporre la sua spina dorsale. Al più presto.

MENTALITA’ – Cercasi urgentemente entusiasmo smarrito. Benzina prima, gli stimoli. La squadra che ha perso alla BayArena non è riuscita a ricaricarsi in vista di Verona. Colpa dei giocatori, colpa di Pioli. La formazione scesa sul rettangolo verde del Bentegodi è apparsa svuotata, in bambola dopo la rete iniziale di Meggiorini. Durante la sosta l’ex trainer di Bologna e Palermo avrà il compito di rimotivare un gruppo che solo pochi mesi fa stupiva. La stagione è agli inizi, sarebbe delittuoso indirizzarla verso l’anonimato. Rispetto ad una stagione fa c’è meno voglia di lottare su ogni pallone, di rincorrere l’avversario, di fare una corsa in più per il compagno in difficoltà. La Lazio che divertiva le platee, che viveva delle folate offensive dei suoi funamboli d’attacco, si è smarrita. Sotto processo, dopo il salto nel buio. Lavorare sulle menti, non solo sul fisico, dei suoi giocatori. Stefano Pioli lo sa. Il recupero di una mentalità vincente, spigliata e un po’ guascona. I senatori dovranno fungere da traino per i nuovi e per i più giovani.

DIFESA – Colabrodo. E forse è pure poco. Il reparto di retroguardia ha clamorosamente deluso le aspettative iniziali. Nelle ultime sessioni di mercato è stata la porzione di campo più ritoccata da Tare, che credeva di aver regalato a mister Pioli una batteria difensiva solida e variegata. Nelle prime 9 uscite stagionali, comprese le amichevoli, la Biancoceleste ha incassato 20 reti. Tante, troppe per la terza miglior difesa della passata stagione. Dieci volte perforata nei 5 impegni ufficiali fin qui sostenuti. Il Chievo, da ultimo, ha infierito pesantemente. De Vrij è apparso spaesato, chi si è alternato al suo fianco addirittura disastroso. Basta non ha perso smalto, ma è incappato negli errori di reparto, mentre Radu va verso una preoccupante involuzione. Questione di compattezza da ritrovare e sintonia da riacquisire. Qualcosa si è inceppato, i meccanismi sono lontani dal funzionare in modo corretto. La condizione fisica approssimativa incide parecchio. Il recupero palla nella metà campo avversaria è sporadico, i giocatori non hanno ancora la brillantezza per portare il pressing alto, gli uomini d’attacco faticano ad essere i primi difensori. L’undici finisce per essere più statico, dunque prevedibile e meno aggressivo, specialmente in mediana. Ritornare a correre, questa è l’unica panacea per i dolori dell’Aquila. Intensità dovrà tornare ad essere la parola d’ordine.