FOCUS - Salvate il talento Keita!

Pubblicato il 24 novembre alle ore 18
25.11.2014 07:00 di Stefano Fiori Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori - Lalaziosamonoi.it
FOCUS - Salvate il talento Keita!

Salvare Keita da cosa? Dalle critiche, dai rimproveri, dagli effluvi di delusione che hanno preso a espandersi dopo Lazio-Juve. Non che prima ne fosse esente: già a partire dai primi bagliori della nuova stagione, il talento di Arbucies si è ritrovato a convivere con uno scetticismo - per così dire - preventivo: riuscirà a consacrarsi, dopo lo straordinario primo anno tra i grandi? E giù coi paragoni cassandrici: speriamo non ripeta le orme di Zarate! Una spada di Damocle da niente per il ragazzotto classe 1995, se è vero che a Roma Maurito è divenuto simbolo per antonomasia di fugace illusione, di cometa splendente ma passeggera. Fare i conti con i fantasmi di un passato ingombrante, con cui nulla ha a che spartire, è la sorte toccata in dote all’appena 19enne Balde Diao. Che tra infortuni, incidenti di percorso - metaforici e letterali - e sovraffollata concorrenza, sta facendo una fatica disumana per ritagliarsi il ruolo di primadonna nella Lazio di Pioli. Appena quattro presenze nelle prime 12 giornate di campionato, per la pochezza di 216 minuti. Al netto dei cinque turni saltati per il problema alla coscia, il numero 14 fin qui si è visto davvero poco. Nelle sole tre occasioni in cui è partito titolare (Milan, Cesena e Juventus), il mister biancoceleste ha finito per richiamarlo in panchina in corso d'opera. Le cose migliori, il tormentato Keita le ha messe in mostra nello scarso quarto d’ora avuto a disposizione contro l’Udinese. Al termine del match, il tecnico friulano Stramaccioni sottolineò come l’ingresso dell’ex Barcellona avesse cambiato gli equilibri della partita, fino a quel momento controllata senza troppi patemi dalla formazione bianconera. Insomma, per rintracciare le parole di elogio più genuine espresse fin qui nei confronti di Keita, bisogna appellarsi agli occhi neutrali di un esterno. Già, perché il grande affetto riposto nell’ex canterano, le aspettative grandiose alimentate dal suo straordinario potenziale, finiscono spesso per condizionare l’approccio alla questione Keita, senza rendere giustizia alla crescita e allo sviluppo umano e tecnico di un ragazzo che non ha ancora compiuto 20 anni.

UNDER PRESSURE - Giusto, anzi di più, sacrosanto attendersi che - sabato sera contro la Juventus - una sua giocata potesse infiammare la partita, che un suo guizzo potesse mettere in difficoltà anche la migliore difesa del campionato. Ma è altrettanto lecito pretendere questo, come fosse un diritto acquisito, in un match in cui è tutta la Lazio a doversi autoflagellare? Keita riassaggiava il campo dopo circa due mesi, dopo un infortunio fastidioso e contro la squadra più forte d’Italia. In una gara in cui l’intero scacchiere biancoceleste ha prestato il fianco alle stoccate juventino, il funambolo iberico-senegalese ha finito per adeguarsi al grigiore complessivo. Felipe Anderson, entrato a inizio ripresa al suo posto, ha senza ombra di dubbio offerto un contributo maggiore. Sotto di due reti e senza che nessuno si aspettasse miracoli, per il brasiliano è stato però sicuramente più semplice calarsi nella realtà di una partita già tristemente incanalata. E se per l’Under 21 verdeoro, il positivo spezzone contro la Juve potrebbe fruttare una nuova occasione contro il Chievo, Keita rischia di dover ricominciare da capo la corsa a una futura maglia da titolare. Mister Pioli fa bene a premiare chi - in partita o durante l’allenamento - ritiene più in forma, più convinto di giocarsi al meglio le proprie chance. Fermo restando che, Keita o non Keita, per questa Lazio è praticamente impossibile rinunciare al peso specifico di Stefano Mauri: di fronte all’unicità tattica del capitano, tanto il numero 14 quanto Felipe Anderson o Ederson partono in posizione arretrata. Che si conceda però a un talento puro, cristallino e potenzialmente sconfinato come quello di Keita di esprimersi e accrescersi senza che le irrequiete, caudine pressioni della piazza di Roma finiscano per tarparlo del tutto.

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