Gascoigne rivela: "L’Arsenal pagò per la mia assistenza medica! Rooney? L'ho scoperto io...”

Pubblicato il 24 novembre alle 15.20
25.11.2014 06:40 di  Saverio Cucina   vedi letture
Fonte: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it
Gascoigne rivela: "L’Arsenal pagò per la mia assistenza medica! Rooney? L'ho scoperto io...”

Irrompe come un fulmine a ciel sereno Paul ‘Gazza’ Gascoigne, ancora con un riferimento alle sue condizioni di salute. Stando a quanto rivelato al The Sun, l’ex centrocampista della Lazio e della nazionale inglese avrebbe ricevuto dall’Arsenal ben 50.000 sterline per la propria assistenza medica. Una squadra con la quale non ha mai giocato, per giunta rivale del suo Tottenham, essendo entrambe del nord di Londra. “Chiamai Gary Lewin (fisioterapista dell’Arsenal, ndr) e gli dissi che non mi sentivo bene – spiega Gazza sempre al portale britannico –.  Mi disse di andare in ospedale perché temeva fosse una polmonite. Wenger poi mise a disposizione 28.000 sterline per pagare le cure. L’Arsenal anche ne offrì 22.000 per  l’intervento chirurgico all’anca”. Poi si lascia scappare un aneddoto risalente a più di un anno fa: “Quando il Tottenham giocò contro il Real Madrid nel 2011 in Champions League, il Tottenham mi disse che avrei dovuto pagare per entrare al White Hart Lane”. Gascoigne ha trascorso quasi una settimana in ospedale dopo il ricovero presso il Mental Health Act ad ottobre. Rivela di svolgere ora addirittura 800 flessioni, 800 sit-up e 800 squat al giorno' per tornare in forma. “La polizia è arrivata ​​a casa e mi ha messo in un furgone, anche se non in manette – conclude Gascoigne –. Eravamo diretti all’ospedale per fare un esame al cervello”. Ha voglia di guarire e continua a ripeterselo: “Non c'è niente di sbagliato in me, finché non apro una lattina di birra. L'unica persona che mi può salvare sono proprio io. È la birra il mio vero nemico, non riesco a sopportarla, dopo quattro bicchieri. Sono già ubriaco mentre se mi attacco al gin mi posso scolare anche una bottiglia intera senza indugi”. L'ultimo ricovero risale ad un mese fa, nel reparto psichiatrico St Ann’s Hospital di Poole, dopo aver colpito con una testata una persona: “Mi sembrava di essere all'interno del film Groundhog Day, quando Bill Murray rivive ogni giorno sempre la stessa storia. Era una noia mortale ed è stato quello il motivo per cui ricominciai a bere. Do la colpa soprattutto ad una terapeuta che cominciò a venire a casa mia e chiedermi ogni due minuti il mio stato di salute. Io le rispondevo che stavo bene, che non avevo voglia di riprendere a bere e di andarsene a quel paese. Mi ricordo che a volte mi risvegliavo in ospedale senza sapere come ci ero finito. Purtroppo per via di questa dipendenza ho perso tante offerte di lavoro, ma ora mi sento come Don Johnson di Miami Vice con gli addominali di Sylvester Stallone”. Postilla finale, quel giorno in cui incontrò un giovane Wayne Rooney: “Se supererà il record di gol in Nazionale di Bobby Charlton (ora a tre lunghezze, ndr.), gli farò i complimenti e gli chiederò indietro 40 sterline che ancora mi deve dall'epoca dell'Everton. Io ero un calciatore arrivato, lui una giovane promessa. Lo vidi e rimasi colpito dalla sua bravura, così andai negli spogliatoi per fargli i complimenti e predirgli che sarebbe diventato un grande campione. Gli passai 40 sterline come gesti simbolico e lui mi disse che le avrebbe usate per farsi una birra”.