Giordano: "Vi racconto il mio amore per la Lazio e quando Maradona mi convinse a passare al Napoli..."

28.08.2016 12:20 di Benedetta Orefice Twitter:    vedi letture
Fonte: Benedetta Orefice - Lalaziosiamonoi.it
Giordano: "Vi racconto il mio amore per la Lazio e quando Maradona mi convinse a passare al Napoli..."
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© foto di Luigi Putignano/TuttoLegaPro.com

“Dopo l’esperienza in Ungheria sono tornato a Roma. Ovviamente cerco di non allontanarmi troppo dal calcio, in questo mondo devi sempre essere ‘connesso’. Vedo le partite allo stadio e cerco di non perdere mai l’abitudine con il campo”. Inizia così la lunga intervista concessa da Bruno Giordano al portale francese So Foot. Tra i temi affrontanti, anche l’esordio dei capitolini contro l’Atalanta: E’ stata una vittoria importante, che dà speranza. Non è stata una grande partita ma la Lazio è riuscita a trarre vantaggio dagli errori dell’Atalanta. Credo che i biancocelesti, alla fine, faranno come lo scorso anno, finendo il campionato tra il sesto e il nono posto”.

AMORE PER LA LAZIO E PER... MARADONA – Poi lo sguardo di Giordano volge al passato, agli anni in Serie B con la Lazio: “Ora è più difficile vedere calciatori che restano in Serie B quando la propria squadra è costretta a retrocedere (la Lazio scese in B per il calcioscommesse, ndr). Io però amavo enormemente i colori biancocelesti e sono rimasto con piacere. Nel calcio moderno, c’è l’esempio di Buffon e Del Piero, che hanno seguito la Juve in Serie B. Hanno fatto una scelta difficile, anche se erano sicuri che il calvario sarebbe durato giusto un anno”. Per concludere un commento sul trasferimento dalla Lazio al Napoli: Era l’estate del 1985 ed ero in procinto di lasciare la Lazio. Come potevo rifiutare il Napoli? Non ci ho pensato nemmeno un secondo ad accettare. Anche e soprattutto grazie a Italo Allodi (ex direttore sportivo del Napoli, ndr) e a Diego Maradona che mi ha chiamato personalmente per dirmi che voleva giocare con me. Allenarmi con lui è stato qualcosa di indescrivibile. Con lui ho capito che si può sempre migliorare e che i limiti sono solo nella testa. Dopo ogni allenamento, Diego rimaneva a calciare le punizioni, per migliorare sempre di più il suo tiro”.