GARBAGE TIME - Andy van der Meyde, liberate quel cammello dal garage

21.12.2014 14:34 di Davide Capogrossi Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi-Lalaziosiamonoi.it
GARBAGE TIME - Andy van der Meyde, liberate quel cammello dal garage

"Una sera scesi in garage, al buio, intravidi una sagoma imponente e udii suoni strani". Ladri a casa van der Meyde. Sarebbe tutt'altro che utopistico, i topi d'appartamento con un colpo in quella villa megagalattica sistemerebbero due generazioni. Niente di tutto questo. Dyana, la moglie di Andy, si è semplicemente tolta l'ultimo sfizio. Ha acquistato un cammello e l'ha piazzato in garage. Per buona pace degli animalisti. Chissà se ha montato anche un sistema di climatizzazione per riprodurre l'afa desertica.

CORSE PAZZE - La carriera di Andy van der Meyde segue inizialmente un percorso piuttosto lineare. Coccolato nel de Toekomst, la leggendaria accademia giovanile dell'Ajax, cresce a pane e calcio. E' un esterno sinistro di piede destro, ottima tecnica e struttura fisica importante. Anche i valori etici sembrano buoni. Chiede ma non ottiene di giocare con il cognome della madre, perchè il padre è un alcolizzato cronico e non vuole seguire le sue orme. Si impone giovanissimo in prima squadra, nel gruppo degli Ibrahimovic, degli Sneijder, de van der Vaart. Con i lancieri vince l'impossibile, è una delle ali più promettenti dell'intero panorama europeo. Una squadra fortissima, talenti in serie ma anche teste calde. Ed iniziano le prime corse folli in macchina con Ibrahimovic e Mido, le prime sigarette come Tomas Galasek. E le prime sbornie. Una volta sviene durante una conferenza stampa. Quando sei giovane e hai talento, si possono chiudere anche entrambi gli occhi.

L'ARCA DI ANDY - Nel luglio del 2003 passa all'Inter. Il tecnico Hector Cuper ha preteso esterni di qualità e in un colpo solo arrivano Luciano, Kily Gonzalez e l'olandese. Dopo una sola settimana, chiama il team manager dell'Ajax chiedendo di tornare a casa. Resta in neroazzurro per due stagioni, con più bassi che alti. Il top lo raggiunge ad Highbury, una spettacolare rete in acrobazia nella massima competizione europea. Le sue prestazioni sono totalmente distanti dai fasti di Amsterdam, è avulso dal gioco, circolano le prime voci di una sua dipendenza dall'alcol. Le manie della moglie Dyana non gli sono certo d'aiuto. La loro casa diventa uno zoo: in giardino scorrazzano zebre, cavalli, tartarughe... e quel cammello che cerca un po' di calduccio nel gelo del garage.

GLI ECCESSI - Nel 2005 l'Inter lo cede all'Everton senza troppi rimpianti, dopo aver firmato il nuovo contratto - a cifre raddoppiate - si festeggia: una Ferrari nuova di zecca, sbronza e tutti allo strip club. Con i Toffees racimola la miseria di 18 presenze nel biennio, ma i le sue marachelle si susseguono a ritmo vertiginoso. Una volta si presenta in allenamento dopo aver scolato un'intera bottiglia di rum, senza aver dormito e registra il miglior tempo nei test atletici. Nonostante la nausea. Per dormire necessita di pesanti medicinali, rubati nello studio medico del club. Senza parlare della cocaina. Nell'estate del 2006 viene ricoverato in ospedale per gravi problemi respiratori. Aveva mischiato alcol e droga. Accidentalmente, dice lui. Il tutto, due giorni prima della partita. L'Everton gli crede sì e no e trattiene due settimane di stipendio. Torna in Olanda, al Psv, ma non recupera la forma perduta e conclude la sua carriera nelle serie minori. Nel 2012 racconta tutto, in una sconvolgente autobiografia. Speriamo solo che nell'hinterland milanese non ci sia ancora un cammello intrappolato in un garage.

 

 

SEGUICI SUI NOSTRI ACCOUNT UFFICIALI FACEBOOK E TWITTER!