Amarildo: "Per fare bene in Italia serve la grinta! Felipe Anderson? È bravissimo"

24.04.2014 13:02 di  Andrea Centogambe  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Amarildo: "Per fare bene in Italia serve la grinta! Felipe Anderson? È bravissimo"

“Per me è un piacere tornare a Roma dopo tanti anni, è sempre bello ritrovare i tifosi della Lazio che mi hanno voluto tanto bene”. Esordisce così Amarildo ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7. Per lui una sola stagione (1989-90) in maglia biancazzurra, nella quale colleziona 29 presenze e 8 reti. “Quando sono arrivato in Serie A c'erano grandi campioni - prosegue - come Gullit, Rijkaard, Matthäus e Völler”. Poi l'ex attaccante capitolino parla dell'associazione no profit di atleti professionisti appartenenti a varie discipline sportive, di ispirazione cristiana evangelica, denominata 'Atleti di Cristo': “Non è una religione. Quando io sono arrivato ero il solo evangelico. A Milano, invece, pochi giorni fa ho visto tanti giocatori che hanno bisogno di questa pace interiore e di portare la parola del Signore nel calcio. Quando ero in Italia regalavo la Bibbia ai miei colleghi, soprattutto ai difensori per evitare che facessero male agli attaccanti (ride, ndr). Ho incontrato anche Hernanes a Milano, eravamo più di 80 atleti, c'era anche Felipe Anderson. Lui è bravo, tecnicamente è bravissimo, è al suo primo anno in Italia, con la forza di Dio il prossimo anno farà bene sicuramente. Io non ero un giocatore tecnico, ma avevo tanta voglia di fare. Per vincere in Italia serve la grinta, il dinamismo. La mia partita migliore? Quella contro il Napoli”. Poi torna con la memoria al suo passaggio alla Lazio: “Io giocavo nel sud del Brasile, poi sono andato al Celta Vigo. Era l'epoca di Hugo Sánchez e Butragueño. Quell'anno (era la stagione 1889-89, ndr) il Real Madrid perse una partita in cui feci due gol. La Lazio mi prese il giorno dopo”. Continua a seguire la sua ex squadra, Amarildo, è convinto che abbia grandi potenzialità: “Vedo il campionato italiano e lo commento, il club biancoceleste ha un rendimento altalenante. Ma ha tanti giocatori giovani che fra due anni faranno bene. Seedorf allenatore? Io sono un po' critico quando un giocatore allena subito dopo aver smesso di giocare. Sul campo ha fatto bene, ma il passaggio sulla panchina è stato troppo brusco. Essere un grande giocatore è una cosa, essere un grande allenatore è un'altra”. Infine un messaggio ai supporters laziali: Spero di aver lasciato della positività e che la Lazio faccia bene. Voglio bene a tutti i tifosi, a me il celeste piaceva sin da bambino. Un saluto a tutti, dirigenti e giocatori, che Dio vi benedica!”.