Chiara Insidioso, la Lazio segna e lei reagisce. Papà Maurizio: "Quel giorno ho capito che mia figlia era viva"

Un gol della sua Lazio e un accenno di sorriso. Un piccolo raggio di luce che può bastare, almeno per oggi. Nella giornata contro la violenza delle donne, Maurizio il padre di Chiara Insidioso Monda è tornato a parlare della tragica vicenda di sua figlia, concedendosi anche parole di speranza: "Quel giorno ho capito che mia figlia era viva – racconta al Corriere della Sera –. Me ne stavo seduto al bordo del suo letto, qui in ospedale. Chiara aveva la testa reclinata sulla spalla, fissava il vuoto, come ora. Poi a un certo punto le ho messo l'iPad sotto la faccia, ho aperto il sito di Gazzetta e ho schiacciato play. Torino-Lazio. Primo tempo 0-0. Poi, a venti minuti dalla fine, Anderson tira in porta e la butta dentro. E Chiara, che manco l'avevo capito che stesse guardando lo schermo, dopo avere 'visto' il gol mi fa una smorfia, contenta. Come a dirmi: Ahó, avemo segnato papà". A quasi due anni da quel maledetto 3 febbraio 2014, quando fu selvaggiamente picchiata dal fidanzato Maurizio Falcioni nella casa in cui vivevano a Casal Bernocchi, Chiara trascorre oggi le sue giornate sul letto dell'istituto di riabilitazione Santa Lucia, in uno stato di minima coscienza. Una ragazza davvero nel cuore di molti che, stando a quando racconta papà Maurizio, conserva a tratti ancora oggi quel sorriso che lo ha sempre accompagnata: “Apre gli occhi, segue le voci dei familiari e sorride in alcune occasioni. In curva Nord la conoscevano tutti. Quando arrivavamo, prima delle partite, era tutto un Chiara, Chiara vieni qui, Chiara. La domenica, i sabati, anche in trasferta. Andavamo con i pullman. Per questo negli ultimi mesi i tifosi l'hanno aiutata così tanto, con le iniziative per raccogliere denaro. Perché Chiara era una di loro".