L'ANGOLO TATTICO di Inter-Lazio - Sul ring di San Siro, una Lazio sprint si è ridotta a incassare

Pubblicato il 22/12 alle ore 13.41
23.12.2014 06:45 di Stefano Fiori Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori - Lalaziosiamonoi.it
L'ANGOLO TATTICO di Inter-Lazio - Sul ring di San Siro, una Lazio sprint si è ridotta a incassare
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Neanche il tempo di cantare le lodi della Lazio diesel, di una squadra abile ad aprire e chiudere i conti nella ripresa, che il match di San Siro ha scombinato di nuovo tutte le carte. Biancocelesti leoni nel primo tempo, agnellini nel secondo round. Proprio la metafora pugilistica aiuta a sintetizzare al meglio la prestazione dell'undici di Pioli. Un diretto al fulmicotone mentre risuonava ancora l'eco del gong, un montante stordente a ribadire che non ce n'era per nessuno. Ma se, nella prima frazione, la Lazio aveva incassato sapientemente per poi colpire, al ritorno sul ring si è ritrovata ad incassare... e basta. Inevitabile prima o poi aprire il fianco all'avversario, nonostante l'eroico fortino issato da De Vrij e Cana. La formazione di Mancini ha tenuto in pugno l'intero secondo tempo, tanto da riscrivere i numeri complessivi del match. Agli occhi di chi non ha seguito la partita, sembrerebbe non esserci stata storia. I dati principali a favore dell'Inter: possesso palla 64,6% vs 35,4%; contrasti riusciti 59,5% vs 40,5%; tiri 16 vs 5; cross 40 vs 8; calci d'angolo 9 vs 0. Impensabile, per la Lazio di quest'anno, totalizzare solamente cinque conclusioni. Tre di queste, poi, sono arrivate da un singolo giocatore, quel Felipe Anderson autore di due perle autentiche e di un tiro al volo - sul risultato di 0-1 - che ha lambito la traversa. Nel primo tempo, il brasiliano aveva sublimato una prestazione collettiva di carattere, matura, da grande squadra. Un approccio che si è sgonfiato al rientro dagli spogliatoi. Per carità, di fronte c'era pur sempre una squadra chiamata Inter, guidata da un certo Roberto Mancini. I padroni di casa hanno tirato fuori l'orgoglio ferito e raddrizzato una partita che, alla fine, hanno anche rischiato di vincere. La rimonta sarebbe stata tuttavia impraticabile, se la Lazio non avesse completamente tirato i remi in barca. E Stefano Pioli, con le sue scelte, ci ha messo un po' del suo. Oltre alla decisione di dare spazio dal primo minuto a un Klose impalpabile, anche i cambi hanno generato più di qualche dubbio. L'inserimento di Alvaro Gonzalez - dopo che già era entrato in campo Onazi - è andato controcorrente rispetto all'esigenza di rialzare il baricentro. Già l'uscita dai giochi di Lulic aveva privato il centrocampo del necessario dinamismo. L'opzione Keita sarebbe stata allora, in questo senso, una mossa ideale. L'inerzia del match magari non sarebbe cambiata, ma il segnale di voler uscire fuori dall'angolino sarebbe stato benefico. Per il salto di qualità a livello mentale manca ancora un tassello. Trascorrere il Natale al terzo posto può aiutare a trovarlo.