ESCLUSIVA - Colasanto, ag. FIFA: "Niente commissioni al procuratore, ecco perché Carillo non andò alla Lazio"

Pubblicato il 09/10 ore 13:50
10.10.2015 07:30 di Francesco Bizzarri Twitter:    vedi letture
Fonte: Francesco Bizzarri - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Colasanto, ag. FIFA: "Niente commissioni al procuratore, ecco perché Carillo non andò alla Lazio"

Andrè Carillo nel 2011 era ad un passo dalla Lazio. Oggi il suo nome circola di nuovo intorno all'ambiente biancoceleste. Un ritorno di fiamma? Ma cosa non funzionò quattro anni fa? La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva l’agente FIFA Filippo Colasanto, che fece da intermediario nell’operazione tra la dirigenza biancoceleste e l’agente del peruviano. La verità sul mancato acquisto, una panoramica sulla Lazio e un commento al campionato. Ecco il suo parere:

Ci racconta come saltò quella trattativa?

Quando vidi Carillo giocare nell'Alianza Lima chiamai il suo procuratore e iniziai a proporlo a qualche squadra. Andai da Tare, nel suo ufficio. Vedemmo il video, c’era anche Reja che diede l’ok. Il passo successivo era quello di parlare con il presidente Lotito: fu un po’ dura trovare un accordo economico. Di sicuro il giocatore costava molto poco, la richiesta era di 1milione e 800 mila dollari. Riuscimmo, con la richiesta della società, ad abbassarlo ad 1,3. Alla fine però, quando c’era l’accordo addirittura ad un prezzo ancora più basso, circa 800 mila euro, non se ne fece più nulla. Ero con il procuratore e Lotito: ci venne offerta nemmeno la metà della commissione pattuita. Si parlava di circa 200 mila euro. Era tutto fatto, i contratti pronti, mentre c’erano tante squadre interessate, soprattutto olandesi. Ci siamo alzati e arrivederci e grazie. Poco dopo anche l’Atalanta ci provò con la stessa cifra ma con le commissioni giuste. E invece la spuntò lo Sporting Lisbona offrendo al ragazzo sul contratto 600mila euro in più per quattro anni.

Lei è molto attento alle carriere dei calciatori argentini. Come va Gentiletti alla Lazio?

I giocatori argentini sono tutti molto affidabili, non tradiscono mai. Lui ha bisogno di continuità. Non so se sia un problema fisico o perché gli manca la fiducia. Spesso i sudamericani sono così: basta vedere il calo incredibile di Ricky Alvarez ex Inter, o di Paredes di proprietà della Roma. Quest’ultimo in Argentina era l’erede designato di Riquelme.

Il calciomercato viaggia su cifre incredibili. Quanto può valere Felipe Anderson?

Vale poco e niente. A me fa impazzire, lo scorso anno ha fatto cose stupende. Mi ricorda Savicevic, giocatore con mezzi fantastici ma assolutamente discontinuo. Io seguivo molto il Santos. A fine partita tutti andavano da Neymar, soprattutto perché dal punto di vista mediatico era un personaggio molto attrattivo. Ma il fenomeno era Felipe. È un brasiliano, molte volte la testa si collega altre no. Sicuramente è un peccato perché è un giocatore da iper top club e da grandissima plusvalenza. Ma per ora fa una partita sì e sei no…

Che idea ha della linea verde di questa squadra?

La Lazio tra Allievi e Primavera ha un bel settore giovanile. La politica dei giovani è ottima pensando soprattutto a come governa la società Lotito. Ha i suoi modi, è bravo, la società è sana e fin qui ha ragione lui. Mi piace molto Keita: a volte sembra un giocatore da calcetto, ma ha mezzi tecnici che non si discutono. Kishna per me è uno dei giocatori in prospettiva più forti al mondo. Giovanissimo che proviene da un settore giovanile, quello dell’Ajax, molto importante. Se non viene stritolato dalla pressione mediatica di Roma diventerà fortissimo.

Tutti parlano di un campionato mediocre. La pensa così anche lei?

Il campionato italiano, dal punto di vista del tasso tecnico, non è granché. Forse perché non ci sono più tanti soldi e i grandi calciatori non vengono qui. Così come non arrivano gli investitori che preferiscono stare alla larga dall’Italia. Quindi ecco che bisogna mettere dentro i giovani. Il Milan non va, è distrutto dopo la batosta contro il Napoli. L’Inter deve trovare la quadratura del cerchio. La squadra di Sarri è una bella squadra, corta, con Insigne che sembra Messi. Higuain con la fiducia è incredibile, è dai tempi di Batistuta che l’argentina non ha un attaccante così forte. I partenopei possono andare lontano. La Roma no, la Juventus è indietro, risalirà, ma ha anche la Champions. Ho visto che con l’inserimento di Khedira la squadra è cambiata. La Fiorentina è prima, gioca bene, ma forse potrà arrivare tra le prime tre. La Lazio non ha un organico per dire faccio tutta la stagione al massimo, ma anche lo scorso anno era così. Con i giocatori e la tifoseria dirà la sua.