RIVIVI IL LIVE - Ledesma saluta: "Io laziale per sempre! Ho parlato con Lotito, ma avevo già deciso. Tare? Zero rapporti" - FOTO&VIDEO

Pubblicato il 3 luglio
04.07.2015 07:25 di Carlo Roscito Twitter:    vedi letture
Fonte: Carlo Roscito - Lalaziosiamonoi.it
RIVIVI IL LIVE - Ledesma saluta: "Io laziale per sempre! Ho parlato con Lotito, ma avevo già deciso. Tare? Zero rapporti" - FOTO&VIDEO
© foto di Lalaziosiamonoi.it

AGGIORNAMENTO ore 22.45- Finita la conferenza Cristian Ledesma è intervenuto in esclusiva anche ai microfoni di Radiosei, dove ha continuato a ringraziare tutti quelli che l'hanno sostenuto in questa avventura: "Ho ringraziato già in privato tutti i miei compagni che mi hanno dimostrato affetto. Il rapporto con loro non finirà qui: io li ringrazio tutti per i momenti vissuti insieme, sia quelli più belli che i più difficili. Ma soprattutto per aver capito il Cristian Ledesma uomo, con tutti i valori che mi ha trasmesso mio padre. Faccio un grande in bocca al lupo a tutti". Una speranza che il suo non sia stato un addio ma un arrivederci: "Mi auguro di poter allenare i piccoli della Lazio perchè prima che Roma io ho abbracciato questi colori e questa città è il nostro punto di riferimento". Ribadisce, con un certo rammarico, di non sapere ancora nulla sul suo futuro: "Non ho ancora certezze, per me non potervi dire nulla è un dispiacere".  Infine un ringraziamento anche a tutti i tifosi che si sono schierati al suo fianco anche nella sua campagna di beneficenza: "Grazie anche a tutta la gente che mi è stata e mi è vicina nella battaglia con Giorgia. Non ne ho avuto modo in conferenza, ne approfitto per farlo qui".

ROMA - Cristian Ledesma saluta tutti, lo fa con una conferenza stampa. Non sono da tutti nove anni di Lazio. Alle 19 circa il centrocampista ha preso parola presso la sala Torlonia dell'Hotel De Roussie: questa la diretta scritta a cura de Lalaziosiamonoi.it.

Inizia l'intervento di Ledesma:

"Grazie di partecipare a questo giorno importante per me, siete in tanti qui, ognuno di voi rappresenta qualcosa dei nove anni che ho vissuto con questa maglia. Non dico 'in questa città' perché ci rimarrò anche in futuro". 

Marco "Nano", uno degli esponenti della Curva Nord, consegna una maglia a Cristian Ledesma: "E' la dimostrazione che anche chi non nasce laziale, lo può diventare. Questa maglia è perché ormai sei uno di noi". Poco dopo viene mostrato un video con i momenti più belli dell'esperienza in biancoceleste di Ledesma". 

Parla di nuovo Ledesma:

"Non voglio pensare a come è finita, la cosa più importante sono stati questi 9 anni intensi, farli qui a Roma equivale al doppio da altre parti. La vittoria più importante sono tutte queste persone che sono qui e ho conosciuto in questo periodo".

Iniziano le domande dei giornalisti: 

La maglia a cui sei più legato? Il tuo ricordo più bello?

"Sono affezionato a tutte, qualcuna non l'ho tenuta perché l'ho regalata. Sicuramente quella del rientro dopo otto mesi fuori è molto importante, come quella del primo derby e l'ultima con l'aquila. Ho cercato sempre di portarla nel modo più giusto. Il ricordo più bello credo che sia l'affetto che mi sta dimostrando la gente laziale. Questo scavalca il gol al derby, la Coppa Italia. Quando ti dicono che ti ammirano come persona, è un trionfo".  

Quando hai sentito l'ultima volta Lotito?

"Il 29 di questo mese mi sono sentito con il presidente, mi ha chiamato, siamo riusciti a vederci oggi alle 14.30 per gli impegni suoi e miei. Ci siamo parlati, lui mi ha raccontanto quello che è il pensiero della società. Mi ha chiesto cosa volessi fare, sono stato sincero come sempre. Intanto l'ho ringraziato perché comunque ho avuto sempre un rapporto diretto con lui, non conta il giorno, l'importante era parlarsi. Io un altro anno così non ce l'avrei fatta, non contano le cifre, voglio giocare, mi manca il campo. Lui mi ha capito, mi ha parlato della sua stima per me. Gli ho detto che l'ultimo anno per me è stato durissimo, non ce la posso fare così. Non c'era considerazione dalla parte tecnica. Non è una critica, è la vita. C'è chi vede il calcio in un altro modo. Quello che è successo a me, è successo ad altri giocatori in questi nove anni".

A chi daresti la maglia numero 24?

"Non sono Maldini, non sono Baggio, uno così importante. Questo fatto di ritirare le maglie è un diritto che hanno questi calciatori al di sopra del normale".

Quale delle 318 partite ricordi con più piacere?

"Il ricordo più forte è quando ci siamo avviati dal tunnel verso la metà campo per affrontare il Real Madrid. Mi sono venute in mente tante cose, quando mio padre non mi poteva comprare i parastinchi o le scarpe e me le comprava l'allenatore. Quel particolare rende quella partita così importante. Poi naturalmente il derby per quello che rappresenta, con me c'erano Siviglia e Zauri, loro la prima volta mi hanno detto 'non ti preoccupare, appena entri in campo, ti si drizzano i capelli'. E così è stato":

Cosa c'è nel tuo futuro? Cataldi può giocare nel tuo ruolo?

"Danilo l'ho sempre visto come un fratello minore, è umile e vispo, ora non è facile trovare ragazzi con la mentalità giusta. Sicuramente c'è un affetto particolare da tempo, non da adesso che è un giocatore della prima squadra. Non so in che in ruolo, ma può diventare un grande giocatore. Le parole che più mi sentivo di dirgli gliel'ho detto durante le partite, gli intervalli. Sono capoccione anche io, se non vedo un ragazzo umile non spreco le parole. Per il futuro ci sono delle cose in ballo all'estero, qua è difficile cambiare piazza dopo 9 anni. Non c'è ancora nulla di concreto, stiamo valutando con la famiglia, dobbiamo trovare un posto dove poter crescere a livello calcistico ma anche a livello personale".

Ti ha dato fastidio leggere sui giornali che non eri adatto al gioco di PIoli? Puoi rassicurare i tifosi sulla campagna acquisti di Lotito in estate?

"I tifosi della Lazio a riguardo non sono mai stati tranquilli, non posso essere io a tranquillizzare la piazza. E' difficile capire quale sia la linea giusta da seguire. Non sono più un ragazzo di 17 anni che legge i giornali e si infastidisce. Quando sei più giovane pensi sempre che qualcuno ce l'abbia sempre con te. Ognuno ha la sua opinione e le sue linee da seguire. Non mi ha dato fastidio leggere certe cose, i momenti più difficili non erano quelli della domenica, ma quando dovevo cercare gli stimoli durante la settimana. Se qualcuno mi avesse detto a quattr'occhi "guarda tu potrai giocare quando si infortuneranno tutti e quattro quelli davanti a te". A me non è stato detto, peccato. E' un diritto di un allenatore o di una società di dirlo. Poi sarebbe diventato un problema mio accettare o meno".

Nell'incontro con Lotito si è parlato di un rinnovo?

"No, lui mi ha spiegato che la società sta cercando di ringiovanire la rosa e abbassare il monte stipendi. Io in questi ultimi anni non ho guadagnato poco, ho avuto uno dei più alti. Lui non me l'ha detto chiaro e tondo, però se avessi rinnovato avrei preso molto meno. Ma non è un discorso di cifre, non sarei rimasto nemmeno allo stesso stipendio. Non è quello che voglio a 32 anni, non sono uno che rimane a Roma a tutti i costi. Faremo dei sacrifici per trovarci bene da un'altra parte". 

Con quale giocatore hai legato di più? Con quale allenatore?

"Non posso dire un giocatore, ho un grandissimo rapporto con Kolarov, Rocchi, Scaloni, Gonzalez, sono in tanti. Non riesco a fare un nome. Non so l'allenatore, Delio Rossi l'ho già avuto prima dell'arrivo alla Lazio, mi sono affezionato a Reja soprattutto la seconda volta che è venuto a Roma. Anche con Petkovic ho avuto un ottimo rapporto". 

Quando è scoppiato quest'amore con la Lazio?

"E' stato un crescendo dell'affetto della gente, esploso dopo che ho rinnovato. Ho capito che il destino erano questi colori, il sostegno della gente è diventato grandissimo quando non mi vedevano in campo. L'affetto maggiore l'ho avuto lì, in quei 8 mesi, ho capito che dovevo rimanere alla Lazio". 

Si può dire che la fine del rapporto è stata quando c'è stato il rinnovo?

"Ho parlato sempre delle mie vicende contrattuali con Lotito, posso solo raccontare che dopo il rinnovo siamo andati io e il mio procuratore, gli ho detto che volevo rimanere. Se non mi vuoi mi alzo e me ne vado. In 5 minuti abbiamo fatto il contratto. Non posso credere che abbiano pensato a quell'episodio come a una mia vittoria".

Come spiegheresti a un ragazzo la "lazialità"?

"Gli racconterei che ci si può innamorare giorno dopo giorno. Lo dico sempre a mia moglie, riesco sempre a riconoscere quando uno è romanista, da qualsiasi parte. Ho imparato questo. il laziale è diffidente all'inizio, ma poi ti dà tutto, soprattutto nei momenti bui. Ti prende sotto braccio nei momenti difficili, è complicato da capire, ma una volta che ha capito chi sei ti dà tutto l'affetto. E poi sa soffrire, è successo tante volte. E' un popolo che sa come si soffre e ci si guadagna qualcosa". 

Che rapporto hai con Tare? C'è un futuro in società per te?

"Con Tare non ho mai avuto un rapporto, né da giocatore, né da dirigente. Mai istaurato un rapporto personale. Lotito mi ha detto che le porte della Lazio per me saranno sempre aperte in futuro. Il mio sogno era quello di finire allenando i bambini, mio figlio ha fatto scuola calcio, mi sarebbe piaciuto fare questa cosa. Chissà se succederà in futuro".

Cosa ti resta della Lazio dentro quando chiudi gli occhi?

"Ho capito che sarebbe stato un anno duro quando ho parlato con l'allenatore. Non sono un ragazzino, certi meccanismi li conosco e li capisco. Certe parole le comprendo, col passare dei mesi mi sono reso conto che non potevo fare un altro anno così. Ripeto, uno per allenarsi deve avere un obiettivo. E nel calcio è la partita successiva. Mi allenavo al 100% ma l'obiettivo non c'era, era difficile trovare gli stimoli sapendo che non avrei giocato lo stesso. Io ero abituato a fare 45 partite l'anno, se avessi avuto 36 anni magari sarei rimasto, ho visto compagni rimanere per questo. Ma io non sono così, non sarei stato tranquillo. Un po' di amarezza c'è, avrei voluto finire la carriera qui, il mio sogno era quello. Non posso essere felice solo per l'affetto della gente".  

Non ti vedi in Italia con un'altra maglia della Lazio?

"Sarebbe molto difficile vedermi in un'altra città e con un'altra maglia. Non ho detto che è impossibile, magari con la famiglia si può decidere di rimanere vicino a Roma. Ma per il momento non c'è niente. Mi piacerebbe che i miei figli facessero un'esperienza all'estero. Potrebbero crescere".

Chiude Ledesma con i ringraziamenti:

"Ringrazierò i compagni anche personalmente, però voglio farlo anche qui. Mi hanno sorpreso soprattutto quelli di Keita e Onazi, perchè gli ho rotto le palle tante volte per molte cose. VOglio ricordare Sergio Manganaro, ha fatto parte della mia storia qua, saluto i suoi famigliari. Il trionfo più bello è quello di questa sera, vedere tanti amici. Ringrazio di cuore la mia famiglia, che mi ha sopportato qui per 9 anni. E' un arrivederci, noi abbiamo la Lazio e la città nel cuore. Forza Lazio, sempre!"

Prima di congedarsi, al termine della conferenza, Cristian Ledesma ha risposto a ulteriori domande dei cronisti presenti: "In questi ultimi giorni ha sentito l'affetto verso la mia persona. Sentire l’affetto dalla gente per quello che sei e non solo per il mestiere che fai è una sensazione magnifica. Piacere come padre, figlio e uomo ti gratifica". Ledesma, poi rimarca il perché si è fatto da parte: "Un anno di nuovo così, senza considerazione è difficile. Non posso e non voglio rimanere in questa posizione. Testone come sono avrei anche lottato per il rinnovo se l’avessi saputo prima, però poi avrei capito che non ci sarebbe stato nulla da fare". Il centrocampista prosegue facendo chiarezza sul suo eventuale futuro nel Bel Paese: "In Italia non si è mosso nulla. Non si è mosso niente, si vede che il mercato è fermo e io non ho più 18 anni, ma 32. Questo conta". Poi su un'eventuale avventura all'estero: "Sarebbe una bella esperienza giocare in Premier League. L’idea è quella di fare due o tre anni in campionato così bello. O andare in America. Dove il calcio sta crescendo. Sarebbe bello andare a fare l’ambasciatore del calcio in un Paese così". Successivamente ringrazia ancora i tifosi: "A loro devo dire solo grazie, li devo soprattutto ringraziare per aver capito anche la mia persona. Non mi hanno visto solo come un calciatore". Infine sulla questione del rinnovo di Mauri: "La società, come tutte le altre, deve dire apertamente che ha altri piani e che punta su altre situazioni. Il calcio è così. La vita è così"